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Documento - Scuola Superiore di Studi Storici, Geografici ...

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II - ANTICRISTO E CHIESA ROMANA<br />

ispirate dal Morone prima della sua partenza per la Germania («ad reformationem<br />

cleri, ad doctrinae sanitatem et ad vitiorum exstirpationem ac<br />

morum correctionem»): una <strong>di</strong>ssociazione che, come <strong>di</strong>mostra l’evoluzione<br />

religiosa del Bertari, significò comunque <strong>di</strong>versità <strong>di</strong> vedute sul<br />

rapporto tra abusi e dottrina, cioè sul concetto stesso <strong>di</strong> riforma. 246 Un<br />

comportamento meno in<strong>di</strong>fferente, un interesse meno generico, anche se<br />

<strong>di</strong>staccato e polemico, alla conoscenza dei problemi che venivano emergendo<br />

anche dalle poche azioni inquisitorie che a Modena si intrecciarono<br />

con i tempi della sua corrispondenza col Morone, avrebbero rivelato<br />

al Sigibal<strong>di</strong> che non si trattava più <strong>di</strong> denuncia della corruzione e <strong>di</strong> polemica<br />

contro gli abusi: gli avrebbero rivelato quanto si fosse ormai andati<br />

lontano in fatto <strong>di</strong> connessione tra abusi e dottrina e <strong>di</strong> motivazioni<br />

dottrinali della negazione dei fondamenti dell’istituzione ecclesiastica.<br />

Erano gli ambienti nei quali il Liber generationis Antichristi venne subito<br />

letto e lodato e nei quali la rappresentazione della Chiesa e delle sue ra<strong>di</strong>cazioni<br />

nella società si evolverà proprio nel senso suggerito da quel libello<br />

e da letteratura analoga. Per Modena, la documentazione utile per la<br />

ricostruzione <strong>di</strong> queste posizioni religiose e della loro evoluzione è più<br />

abbondante che per le altre situazioni. La utilizzeremo per casi che qui si<br />

presentano particolarmente significativi.<br />

Il 1 o marzo 1541, Sigibal<strong>di</strong> informò il Morone dello scandalo suscitato<br />

da una <strong>di</strong>sputa che «uno Francesco Sighizzo» aveva avuto col gesuita<br />

Giacomo Laínez (un testimone riferì che «propter multitu<strong>di</strong>nem astantium<br />

non potuit ingre<strong>di</strong> cameram in qua contendebatur»). 247 Al processo<br />

246 Il motu proprio (privo <strong>di</strong> data nella copia che se ne conserva) con cui Paolo III designava<br />

il Bertari tra i coa<strong>di</strong>utori del Sigibal<strong>di</strong>, è pubblicato in MASSIMO FIRPO, DARIO MAR-<br />

CATTO, Il processo inquisitoriale cit., III, pp. 111-112. Sulle futili ragioni con cui il Sigibal<strong>di</strong><br />

spiegò al Morone l’evoluzione religiosa del collaboratore ve<strong>di</strong> ibid., II, p. 981.<br />

247 Ibid., p. 925. Il processo in Modena, Archivio <strong>di</strong> Stato, Fondo Inquisizione, busta 2,<br />

Processi 1489-1549, «Liber quintus», processo Francesco Sighizzi (l’informazione sulla folla<br />

dei presenti è nella testimonianza <strong>di</strong> Filippo Bergola del 15 febbraio 1541). Era <strong>di</strong> solido<br />

ceppo mercantesco, coinvolto anche nei decenni successivi in azioni inquisitoriali. Il 20<br />

marzo 1568 abiurò davanti al Morone Giulio Cesare <strong>di</strong> Girolamo Sighizzi, dando notizie<br />

che risalgono agli anni della pre<strong>di</strong>cazione modenese del canonico regolare Giovanni Francesco<br />

da Bagnacavallo, cioè agli inizi degli anni Cinquanta (ibid., busta 4, «Liber decimus»). A<br />

una stretta sorveglianza sarà sottoposto, più tar<strong>di</strong>, Spinazzo Sighizzi a causa delle sue relazioni<br />

con l’esule Giulio Sadoleto, del quale era procuratore: in un tardo Elenco <strong>di</strong> denunciati, <strong>di</strong><br />

quelli che abiurarono, c. 33v, si legge: «Spinatius Sighitius defertur, sed dubitative, velut suspectus<br />

de fautoria haereticorum, praecipue Iulii Sadoleti» (ibid., busta 1, Carteggio 1329-<br />

1601, inserto 10; cfr. ANTONIO ROTONDÒ, Esuli italiani in Valtellina nel Cinquecento, «Rivista<br />

storica italiana», LXXXVIII, 1976, qui a p. 427). Quando nel 1550 Francesco mori appena<br />

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