Documento - Scuola Superiore di Studi Storici, Geografici ...
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II - ANTICRISTO E CHIESA ROMANA<br />
de il capo della Chiesa <strong>di</strong> Strasburgo, il luterano intransigente Iohannes<br />
Marbach, contrapporsi violentemente allo Zanchi, la gravità <strong>di</strong> queste affermazioni<br />
passò in second’or<strong>di</strong>ne. 396 Ma non passò inosservata neppure<br />
negli ambienti teologici più favorevoli allo Zanchi. È significativo che<br />
dalle testimonianze <strong>di</strong> consenso che cinquant’anni dopo pubblicò in una<br />
ricostruzione alquanto personale della <strong>di</strong>sputa, lo Zanchi omettesse, ad<br />
esempio, una delle tante lettere giuntegli da Zurigo, attribuibile con certezza<br />
a Johannes Wolf. 397 Vi si esprimeva consenso su tutte le tesi controverse<br />
che lo Zanchi era andato a presentare personalmente in molti centri<br />
teologici della Germania e della Svizzera («De fine saeculi, de Antichristo,<br />
de signis finis saeculi, de praedestinatione, de vinculis quibus colligantur<br />
Christus et Ecclesia, de fide, de promissionibus»). Il <strong>di</strong>saccordo<br />
riguardava soltanto la concezione dell’Anticristo: non vi potevano essere<br />
dubbi, secondo il Wolf, su «quis sit, quo loco sedeat, quid agat, qua<br />
prae<strong>di</strong>tus sit <strong>di</strong>gnitate et potentia»; la tra<strong>di</strong>zione, dagli apostoli ai Padri fino<br />
a Gioacchino da Fiore e Savonarola, converge su un’unica in<strong>di</strong>cazione;<br />
e senza equivoci è stato in<strong>di</strong>cato da molti dotti «literata quadam et<br />
historica antiquitatis et rerum Romanarum commemoratione». Tra la libellistica<br />
del tempo, il Wolf, traduttore – come qui appren<strong>di</strong>amo – dell’Imagine<br />
<strong>di</strong> Antechristo, proponeva allo Zanchi il libello dell’Ochino come<br />
scritto che «Antichristum ipsum quasi <strong>di</strong>gito commonstravit». 398 Tra le<br />
in<strong>di</strong>cazioni del Wolf mancava il Liber generationis Antichristi. Ma sappiamo<br />
che esso aveva gran voga anche a Zurigo: negli ambienti teologici se ne<br />
aveva una tale stima da farlo ad<strong>di</strong>rittura oggetto <strong>di</strong> esegesi. 399<br />
Una destinazione <strong>di</strong>versa il Liber generationis Antichristi ebbe, invece,<br />
sul finire degli anni Sessanta, in un angolo dell’ormai frastagliatissima<br />
geografia religiosa del Cinquecento, nel quale la nozione <strong>di</strong> Anticristo<br />
corrente nella pubblicistica riformata andava maggiormente perdendo la<br />
396 Cfr. JAMES M. KITTELSON, Marbach versus Zanchi cit., pp. 31 nota 2 e 38 nota 23.<br />
397 Zurigo, Zentralbibliothek, F. 41, c. 165. La lettera non è datata, ma è certamente<br />
del 1561, perché vi si fa riferimento alle Theses dello Zanchi (cfr. Opera theologica cit., VIII,<br />
pp. 257 sgg.). Una nota tarda al margine del foglio in<strong>di</strong>ca il Wolf come autore della lettera<br />
(«De Antichristo sententia Wolfi»). La nota è confermata dal fatto che il Wolf era il solo teologo<br />
zurighese che conosceva l’italiano (cfr. nota successiva).<br />
398 «Sed et brevi sermone, quem ego ante aliquot annos, cum Thuscanae linguae operam<br />
darem, Latinum feci, D. Bernar<strong>di</strong>nus Ochinus Antichristum ipsum quasi <strong>di</strong>gito commonstravit».<br />
399 Una copia conforme a quella che circolò a Bologna e a Modena è conservata a Zurigo,<br />
Staatsarchiv, E. II. 445, c. 451r, seguita dallo scritto: Generatio Antichristi sic habetur correcta<br />
ad veritatem Hebraicam et collata cum interpretatione septuaginta scholia.<br />
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