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Documento - Scuola Superiore di Studi Storici, Geografici ...

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ANTONIO ROTONDÒ<br />

poteva certo avere rilievo nell’ottica d’un osservatore zwingliano, ma che<br />

intanto era il veicolo più efficace della <strong>di</strong>ffusione delle idee nuove in più<br />

larghi strati sociali. Era il genere <strong>di</strong> letteratura <strong>di</strong> cui faceva parte il Liber<br />

generationis Antichristi. Come vedremo, su questo punto il primo e<strong>di</strong>tto<br />

dell’Inquisizione riguardante la circolazione <strong>di</strong> libri eterodossi, emanato a<br />

Bologna due anni prima, era stato meno unilaterale.<br />

Il violento libello certamente circolò nello Stu<strong>di</strong>o bolognese, se il già<br />

ricordato Francesco Villa scrisse a Ercole II d’Este che responsabile della<br />

sua <strong>di</strong>ffusione a Modena era uno studente mantovano <strong>di</strong> nome Pellegrino<br />

(goliardescamente detto Mastino) fermatosi a Modena nel suo viaggio<br />

<strong>di</strong> ritorno da Bologna a Mantova. 144 In tutta l’esigua documentazione sul<br />

movimento eterodosso bolognese non si incontra (se ho visto bene) nessun’altra<br />

testimonianza sulla circolazione del libello a Bologna, né agli<br />

inizi degli anni Quaranta né negli anni e decenni successivi. Ma non si<br />

tratta d’un caso eccezionale: in particolare per gli inizi degli anni Quaranta,<br />

non si hanno che pochissime testimonianze (credo non più <strong>di</strong> due)<br />

della circolazione persino <strong>di</strong> un’opera <strong>di</strong> larghissima <strong>di</strong>ffusione come il<br />

Pasquino in estasi. 145 La scomparsa o l’irreperibilità degli incartamenti processuali<br />

ci privano – <strong>di</strong>versamente che per altre situazioni – della possibilità<br />

<strong>di</strong> cogliere la presenza <strong>di</strong> scritti e libri nelle testimonianze sui luoghi e<br />

sulle vicende in cui essi operarono. Scritto, non <strong>di</strong> rilevanza teorica, ma,<br />

come abbiamo visto, <strong>di</strong> grande efficacia propagan<strong>di</strong>stica, il Liber generationis<br />

Antichristi è l’espressione compen<strong>di</strong>osa d’una letteratura eterodossa<br />

che, come ormai dovrebbe essere evidente, circolava abbondantemente<br />

nello Stu<strong>di</strong>o bolognese. Ciò che, dunque, interessa qui è il fatto che la<br />

circolazione del libello nello Stu<strong>di</strong>o e l’impegno nel <strong>di</strong>ffonderlo testimoniano,<br />

già nel 1541, accettazione del suo contenuto, cioè quel processo<br />

<strong>di</strong> deduzioni che dal principio della giustificazione per la sola fede come<br />

unico mezzo <strong>di</strong> salvezza portava alla rappresentazione della Chiesa come<br />

incarnazione dell’Anticristo. Il passaggio e la <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> quelle deduzioni<br />

ra<strong>di</strong>cali dall’élite colta dello Stu<strong>di</strong>o e del patriziato (insomma i lettori<br />

ai quali si riferiva il Micanus) in larghi strati popolari presuppongono<br />

ciò che è realmente caratteristico del movimento eterodosso bolognese,<br />

cioè la sua notevole promiscuità sociale. Accenneremo soltanto ad alcuni<br />

episo<strong>di</strong>.<br />

È noto che tra il 1542 e il 1543 fu messo in atto a Bologna il primo<br />

144 Cfr. Documenti, 1, p. 192.<br />

145 Ve<strong>di</strong> sotto, note 149 e 192.<br />

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