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Documento - Scuola Superiore di Studi Storici, Geografici ...

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II - ANTICRISTO E CHIESA ROMANA<br />

Le certezze religiose <strong>di</strong> questo tessitore e l’audacia con cui egli le esibiva<br />

persino in aperta polemica con l’inquisitore sono uno degli esiti, che<br />

anche ai contemporanei sembrò clamoroso, dell’attività <strong>di</strong> questi circoli,<br />

nei quali, in situazioni <strong>di</strong> simbiosi tra uomini <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti livelli culturali,<br />

le inquietu<strong>di</strong>ni si mutavano in riflessione, i dubbi in convinzioni. Nel<br />

noto gruppo del quale fece parte il droghiere Girolamo Rinal<strong>di</strong> (o Ranial<strong>di</strong>)<br />

– un caso più volte addotto come sintomatico del manifestarsi in<br />

strati sociali bassi dell’esigenza d’approfon<strong>di</strong>re problemi religiosi forzando<br />

le tra<strong>di</strong>zionali barriere culturali 164 – tra i quin<strong>di</strong>ci partecipi, popolani, osti,<br />

notai, calzolai, maestri <strong>di</strong> scuola, dei quali il Rinal<strong>di</strong> rivelò i nomi (oltre<br />

«alios de quorum nominibus particulariter non recordatur»), risalta la<br />

presenza <strong>di</strong> Angelo Ruggeri e del maestro <strong>di</strong> scuola Alessandro Gan<strong>di</strong>no.<br />

165 Di questi circoli socialmente eterogenei numerose testimonianze<br />

documentano l’esistenza per tutti gli anni Quaranta e oltre: verso la fine<br />

del decennio, il calzolaio Bernardo Brascaglia sa che per suoi dubbi religiosi<br />

può far riferimento a un circolo che comprendeva esponenti vecchi<br />

e giovani del patriziato e dello Stu<strong>di</strong>o; 166 e più avanti vedremo il caso<br />

d’un circolo sopravvissuto sino alla fine degli anni Sessanta. Nel settembre<br />

del 1549, il legato bolognese Giovanni Maria Del Monte informò il<br />

car<strong>di</strong>nale Marcello Cervini che, dopo l’abiura solenne pronunciata in San<br />

Petronio da Ulisse Aldrovan<strong>di</strong>, da Girolamo Del Pino e da Bernardo<br />

Brascaglia, l’inquisitore aveva fatto una severa reprimenda «a ciaschedun<br />

dam qui illo fuit combustus, cuius erat socius») e da Pietro Gioioso («Ho inteso ch’el sudetto<br />

Bavello è fugito da Bologna per paura de uno suo compagno el qual per causa de heresia fu<br />

brusiato a Bologna»): Modena, Archivio <strong>di</strong> Stato, Fondo Inquisizione, busta 2, «Contra Thomam<br />

Bavellam». I due testimoni si riferiscono alla voce che la sentenza contro il Ruggeri<br />

fosse stata eseguita pro forma (cfr. ANTONIO BATTISTELLA, Il S. Officio e la Riforma religiosa in Bologna,<br />

Bologna, 1905, p. 24). Il fiorentino Francesco Tavani ricorderà, più <strong>di</strong> trent’anni dopo,<br />

l’efficacia della pre<strong>di</strong>cazione del Bavellino: «Io havevo maestro Thomaso Bavellino per<br />

huomo c’havesse tanta sufficientia che con la sua dottrina l’havesse superato et vinto gli Inquisitori<br />

et frati per quanto mi era stato detto» (ibid., busta 6, processo Francesco Tavani,<br />

costituto del 19 ottobre 1579). Altri ricor<strong>di</strong> tar<strong>di</strong> della pre<strong>di</strong>cazione del Bavellino sono nel<br />

processo contro Francesco Piccinino (ibid., busta 5).<br />

164 Ve<strong>di</strong> più avanti pp. 277-278; cfr. ADRIANO PROSPERI, Intellettuali e Chiesa all’inizio<br />

dell’età moderna, in Storia d’Italia, Annali 4 cit., p. 186.<br />

165 Ve<strong>di</strong> p. 278, n. 90, dove «Angelo Nigerio praeceptor filiorum D. Polidori de Castello»<br />

è lettura errata del documento, per «Ser Angelo Rugerio» (ve<strong>di</strong> ora MASSIMO FIRPO, DA-<br />

RIO MARCATTO, Il processo inquisitoriale del car<strong>di</strong>nal Giovanni Morone cit., IV, p. 151). Dei se<strong>di</strong>ci<br />

complici rivelati dal Rinal<strong>di</strong> probabilmente era notaio anche «Ser Vincentius de Mangano».<br />

Sul Gan<strong>di</strong>no e la sua posteriore condanna a morte (1583) ve<strong>di</strong> ANTONIO BATTISTELLA, Il S.<br />

Officio cit., p. 106.<br />

166 Ve<strong>di</strong> pp. 284-290; cfr. CAMILLO RENATO, Opere cit., pp. 224-227.<br />

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