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Documento - Scuola Superiore di Studi Storici, Geografici ...

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ANTONIO ROTONDÒ<br />

esteriorità della religione, ogni aspetto del culto. Non c’è mai del casuale<br />

in affermazioni come quella fatta dal Campogalliano <strong>di</strong> fronte all’inquisitore<br />

veneziano: nel suo caso, l’affermazione era tratta da Iohan., IV, 24,<br />

Spiritus est Deus, et eos, qui adorant eum, in spiritu et veritate oportet adorare.<br />

Ed era lo stesso luogo testamentario al quale implicitamente si richiamava<br />

il Terrazzano quando, contro l’«idolatria» del culto delle immagini, <strong>di</strong>ceva<br />

che «hora li veri adoratori adorano il Padre in spirito et verità». 323 Ma<br />

in quel versetto <strong>di</strong> Giovanni i due amici avevano trovato una chiave interpretativa<br />

che consentiva loro <strong>di</strong> spingersi ben al <strong>di</strong> là delle consuete<br />

critiche del culto delle immagini: il Campogalliano non si faceva scrupolo<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>chiarare «quod Deus nusquam iussit celebrari missas et alia officia».<br />

324 Ma entrambi ancora <strong>di</strong> più alzavano il tiro della protesta, quando,<br />

con evidente reminiscenza del Pasquino in estasi, <strong>di</strong>cevano che il culto<br />

delle immagini era «idolatria e tirannia». 325 Per quanto schematici, gli atti<br />

inquisitoriali non mancano talvolta <strong>di</strong> darci una rappresentazione quasi<br />

visiva <strong>di</strong> quanto avveniva in quelle botteghe, dove s’andava a consultare<br />

il Testamento (Pietro Curioni, una singolare figura <strong>di</strong> me<strong>di</strong>co e <strong>di</strong> mercante,<br />

ad<strong>di</strong>rittura ne teneva una copia a <strong>di</strong>sposizione degli avventori) 326 e<br />

vi si faceva una specie <strong>di</strong> volenterosa collazione col Beneficio, col Sommario<br />

e col Pasquino: insomma, vi si mettevano in moto quei processi che il<br />

Curione stimolava con la narrazione della metamorfosi <strong>di</strong> Marforio. Il<br />

passaggio dal Beneficio <strong>di</strong> Cristo (o quanto si sapeva <strong>di</strong> quel messaggio) al<br />

Pasquino in estasi (o quanto si sapeva <strong>di</strong> quella satira, e non solo satira, demolitrice)<br />

segna una linea caratteristica dell’evoluzione del movimento<br />

eterodosso modenese. Nel 1575, le <strong>di</strong>chiarazioni <strong>di</strong> Guido Rangoni, «figliolo<br />

et procuratore del magnifico Pindaro Rangoni nobile Modenese»<br />

e gran <strong>di</strong>scorritore sulle «contra<strong>di</strong>tioni della Chiesa» nell’interpretazione<br />

degli effetti della venuta <strong>di</strong> Cristo, <strong>di</strong>edero all’inquisitore (e danno a noi)<br />

il senso dell’importanza che aveva avuto, decenni prima, la lettura <strong>di</strong><br />

«Pasquino e Marforio in estesi»: «Questo – <strong>di</strong>chiarò – è il più nefando libro<br />

che mai habbi letto». 327 Il giu<strong>di</strong>zio sulla natura «tirannica» degli obbli-<br />

323 Processo Terrazzano cit., testimonianza <strong>di</strong> Francesco Spazzano del 20 giugno 1555.<br />

324 Ibid., deposizione <strong>di</strong> Giovanni Zanibelli del 20 giugno 1555.<br />

325 Processo modenese, costituto del 22 settembre 1555 (cfr. processo Terrazzano cit.,<br />

deposizione <strong>di</strong> Giovanni Zanibelli del 20 giugno 1555).<br />

326 Modena, Archivio <strong>di</strong> Stato, Fondo Inquisizione, busta 5, Processi 1568-1574, «Liber<br />

undecimus», processo Pietro Curioni, costituto del 28 marzo 1568.<br />

327 Ibid., busta 6, Processi 1575-1580, processo Guido Rangoni, costituto del 26 marzo<br />

1575.<br />

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