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Documento - Scuola Superiore di Studi Storici, Geografici ...

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ANTONIO ROTONDÒ<br />

Com’è noto, in un breve scritto del 1550 il Curione abbandonò, anzi<br />

criticò la designazione della Chiesa romana come unica realtà in cui<br />

identificare l’Anticristo: il papato non è solo in Italia; dovunque vi sono<br />

uomini che, in quanto fatti tutti d’argilla e <strong>di</strong> fango, sono mossi sempre<br />

dalle stesse cupi<strong>di</strong>gie, «ibi Satanam, ibi Antichristum, ibi papatum esse<br />

dubitari non debet». 393 Il punto <strong>di</strong> vista non era nuovo. Già da decenni,<br />

nel mondo settario europeo l’antitesi Cristo-Anticristo veniva usata per<br />

designare un genere <strong>di</strong>verso <strong>di</strong> contrapposizione. Meno genericamente<br />

del Curione, ma nello stesso senso s’erano espressi vent’anni prima Sebastian<br />

Franck e venticinque anni prima Otto Brunfels. 394 Le affermazioni<br />

del Curione non suscitarono allora reazioni, anche se si trattava <strong>di</strong> una<br />

scoperta contestazione della perentorietà con cui Calvino designava la<br />

Chiesa romana come unica possibile personificazione dell’Anticristo.<br />

Reazioni suscitò, invece, una ripresa del punto <strong>di</strong> vista del Curione da<br />

parte del genero <strong>di</strong> quest’ultimo, Girolamo Zanchi. Anche su questo<br />

punto l’insegnamento dello Zanchi a Strasburgo impressionò profondamente:<br />

sostenne senza remore che vaneggiavano quanti asserivano che<br />

l’Anticristo fosse da identificare soltanto col regno e la persona del papa e<br />

che degli «Antichristi multi» <strong>di</strong> cui si parla nella prima lettera <strong>di</strong> Giovanni<br />

(II, 18) non ve ne fossero o potessero esservene «in veris etiam ecclesiis».<br />

395 Nella celebre <strong>di</strong>sputa che più tar<strong>di</strong> (a partire dal febbraio 1561) vi-<br />

chiv für Reformationsgeschichte», LXXVII, 1986, pp. 226-263, in part. pp. 251 sgg. Ma su<br />

tutte queste questioni rimando alle ampie parti illustrative della mia e<strong>di</strong>zione del De amplitu<strong>di</strong>ne,<br />

nelle quali tenterò <strong>di</strong> riportare l’opera alle origini e agli sviluppi del pensiero religioso<br />

italiano degli anni Quaranta e seguirò la fortuna e l’influenza che essa esercitò nel pensiero<br />

religioso europeo (in particolare in Olanda, prima e dopo l’e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Gouda del 1614).<br />

393 DELIO CANTIMORI, Spigolature per la storia del nicodemismo italiano, in Ginevra e l’Italia.<br />

Raccolta <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> promossa dalla Facoltà Valdese <strong>di</strong> Teologia <strong>di</strong> Roma, a cura <strong>di</strong> DELIO CAN-<br />

TIMORI, LUIGI FIRPO, GIORGIO SPINI, FRANCO VENTURI, VALDO VINAY, Firenze, Sansoni, 1959,<br />

p. 187; IDEM, Prospettive <strong>di</strong> storia ereticale italiana del Cinquecento, Bari, Laterza, 1960, pp. 41-42.<br />

394 CARLO GINZBURG, Il nicodemismo cit., pp. 98-99, 129.<br />

395 «Dico illos hallucinari, qui ita restringunt nomen Antichristi ad regnum et personam<br />

Papae, ut extra illius regnum non sit regnum Antichristi, et extra eius personam non sint et<br />

esse possint, idque in veris etiam Ecclesiis, Antichristi», come si legge in una delle tarde testimonianze<br />

dello stesso Zanchi sulla sua controversia con i teologi <strong>di</strong> Strasburgo (HIERONYMI<br />

ZANCHII Opera theologica, Genève, Crispinus VII/I, 1619, col. 250). Sulla stessa controversia<br />

ve<strong>di</strong> JAMES M. KITTELSON, Marbach versus Zanchi. The Resolution of Controversy in Late Reformation<br />

Strasbourg, «The Sixteenth Century Journal», VIII, 1977, pp. 31-44, il solo che confronta<br />

la documentazione conservata a Strasburgo con quella pubblicata dallo Zanchi (Opera<br />

theologica cit., VII/I, pp. 207-434). Sull’esor<strong>di</strong>o dell’insegnamento dello Zanchi a Strasburgo<br />

e sulla sua concezione dell’Anticristo ve<strong>di</strong> GIULIO ORAZIO BRAVI, Girolamo Zanchi da Lucca a<br />

Strasburgo, «Archivio storico bergamasco», I, 1981, pp. 35-64, in part. pp. 54 sgg.<br />

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