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Documento - Scuola Superiore di Studi Storici, Geografici ...

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II - ANTICRISTO E CHIESA ROMANA<br />

tra<strong>di</strong>zione gioachimita, queste configurazioni della Chiesa romana come<br />

una gigantesca «anatomia Antichristi» attingevano anche alla letteratura<br />

apocalittica nelle forme più varie in cui essa ebbe voga in Italia nei primi<br />

decenni del Cinquecento. Tuttavia, rispetto alle forme antiche e recenti<br />

della letteratura apocalittica d’origine colta o <strong>di</strong> carattere e destinazione<br />

popolari, la caratteristica <strong>di</strong>stintiva <strong>di</strong> quelle configurazioni <strong>di</strong>aboliche<br />

della realtà ecclesiastica consisteva nel fatto che ora esse non tanto erano<br />

vòlte a suscitare aspettative quanto a descrivere una realtà già attuata e da<br />

demolire. Come vedremo, i contemporanei non sottovalutarono il nesso<br />

tra queste figurazioni sataniche delle strutture ecclesiastiche e – per rimanere<br />

nel genere <strong>di</strong> letteratura <strong>di</strong> cui ci stiamo occupando – quel misto <strong>di</strong><br />

derisione, <strong>di</strong> ironia e <strong>di</strong> sarcasmo con cui il genere dell’invettiva anticlericale<br />

e il genere meno innocuo della letteratura pasquillesca avevano<br />

sgretolato l’immagine dell’istituzione e delle sue tra<strong>di</strong>zioni. Dalle critiche<br />

dell’invettiva anticlericale e dal <strong>di</strong>leggio della letteratura pasquillesca alle<br />

complessive configurazioni della Chiesa come costruzione <strong>di</strong>abolica il<br />

passaggio non era stato né era, <strong>di</strong> per sé, necessario. Ciò che lo rese possibile<br />

fu la mutuazione più o meno schematica – cioè a livelli molto variabili<br />

<strong>di</strong> consapevolezza degli obiettivi e delle conseguenze – <strong>di</strong> dottrine<br />

giunte in Italia grazie a una circolazione notoriamente <strong>di</strong>lagante del libro<br />

d’oltralpe. Il problema storico della cosiddetta «Riforma in Italia» è l’identificazione<br />

e la descrizione <strong>di</strong> queste variabili forme <strong>di</strong> consapevolezza<br />

con cui, per un cinquantennio, uomini d’ogni strato sociale ritennero –<br />

secondo una gradazione articolatissima <strong>di</strong> luci<strong>di</strong>tà e <strong>di</strong> impegno attivo –<br />

<strong>di</strong> poter demolire o trasformare o riformare o ritoccare le strutture e le<br />

forme che la società cristiana aveva assunto in Italia. Più avanti tenteremo<br />

– me<strong>di</strong>ante riferimenti a casi in<strong>di</strong>viduali e a qualche gruppo, momento e<br />

LUIGI FIRPO, Ricerche campanelliane, Firenze, Sansoni, 1947, pp. 28-32, 310-318 (su documenti<br />

veneziani), e LUIGI DE BIASIO, L’eresia protestante in Friuli nella seconda metà del secolo XVI,<br />

«Memorie forogiuliesi», LII, 1972, pp. 142-146 (su documenti u<strong>di</strong>nesi). Il podestà <strong>di</strong> Baisi,<br />

Girolamo Fogliano da Formigine, processato nel luglio del 1555, ricavava le sue idee sulla<br />

Chiesa e sul papato da assidue letture <strong>di</strong> libri eterodossi (Modena, Archivio <strong>di</strong> Stato, Fondo<br />

Inquisizione, busta 3, Processi 1550-1565, fasc. «Girolamo Foiano de Formigine»). Il <strong>di</strong>ffon<strong>di</strong>tore<br />

dei Vaticinia pseudogioachimitici era Francesco Regolo da Sebenico (Venezia, Archivio<br />

<strong>di</strong> Stato, Sant’Ufficio dell’Inquisizione, busta 11, fasc. «Francesco Regolo», costituto del 6 settembre<br />

1553, c. 44v: «Lui mi mostrò un certo libretto del beato Joachim in el qual ghe era<br />

de’ stemi stampati delli pontefici con de’ sparvieri in mano et chi de loro era a chavalo et<br />

chi aveva le chiavi in mano et chi una cosa et chi un’altra. Et ve <strong>di</strong>rò la pura verità, che<br />

quelle cose me <strong>di</strong>spiacevano, perché le mi pareva cosa vittuperosa et contra la giesa. Domandato<br />

che cosa <strong>di</strong>ceva el <strong>di</strong>to Francesco sopra el <strong>di</strong>to libro, respose: el <strong>di</strong>ceva che queste<br />

cose erano profezie»).<br />

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