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Documento - Scuola Superiore di Studi Storici, Geografici ...

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ANTONIO ROTONDÒ<br />

nuova dottrina aveva mandato in rovina «tutta quella fabbrica dell’Anticristianesmo»,<br />

e «a guisa <strong>di</strong> fumo» erano scomparsi «li terrori delle conscientie».<br />

14 Il cammino non era stato privo <strong>di</strong> ostacoli, ma la verità aveva<br />

prevalso. Erano state vane le rabbiose reazioni dell’imperatore, <strong>di</strong> papi, re<br />

e principi potentissimi: «Volevano tagliar la tenerella biada dell’Evangelio»,<br />

e invece li «habbiamo noi veduti azzuffati insieme et tra sé consumati<br />

horribilmente». 15 Ma le cose sono mutate: «Hora quei medesimi ci<br />

stanno con le spade sul collo [...], hora rimescolano ogni cosa <strong>di</strong> incen<strong>di</strong><br />

et <strong>di</strong> uccisioni». 16 E gli effetti sono ormai palesi: la tirannide dell’Anticristo<br />

finora s’era rivolta contro i singoli cristiani; ora i suoi stratagemmi e<br />

le sue violenze si rivolgono «contra potentissimi principi, contra famosissime<br />

città», e già si vede «tutta la Germania ardere del suo fuoco». 17 «Risvegliamoci,<br />

adunque, fratelli» ecc. 18 Anche su questo punto è lo stesso<br />

Gwalther a registrare il parere contrario <strong>di</strong> quanti <strong>di</strong>cevano che c’erano<br />

già abbastanza <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni, <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>e, tumulti. Gli si rispondeva: «Che giova<br />

porre il fuoco nella fornace et l’olio sul fuoco?». 19 Nel luglio del 1547, in<br />

un solenne rito pubblico indetto «propter bellum Germanicum a Caesare<br />

contra foedus Protestantium susceptum», Bullinger <strong>di</strong>ede inizio al commento<br />

della profezia <strong>di</strong> Daniele; ma non pubblicò mai queste omelie, se<br />

mai altre ne tenne, in quel contesto emotivo, oltre quella <strong>di</strong> cui parla nel<br />

suo <strong>di</strong>ario. 20<br />

Tra i teologi <strong>di</strong> Zurigo che svalutavano i moduli pubblicistici pre<strong>di</strong>letti<br />

da Gwalther, un’eccezione sembrerebbe essere rappresentata da<br />

Theodor Bibliander. Ma è un’eccezione solo apparente. Attorno al 1550,<br />

nessuno quanto questo già maturo e prestigioso teologo scrisse sul tema<br />

dell’Anticristo. Figura tra le più importanti, insieme col suo maestro e<br />

collega Konrad Pellikan, del mondo culturale e religioso zurighese del<br />

Cinquecento, Bibliander guardava, come si sa, all’Oriente: razionalista,<br />

per un momento si lasciò affascinare persino dai sogni <strong>di</strong> Postel e dalle<br />

sue visionarie assicurazioni che v’era colà un gran pullulare <strong>di</strong> «semichristiani»,<br />

<strong>di</strong> «nicodemisantes innumerabiles», che con inconscia impazienza<br />

14 L’Antichristo cit., p. B3r-v.<br />

15 Ibid., p. B3v.<br />

16 Ibid.<br />

17 Ibid., p. A6r.<br />

18 Ibid., p. A6v.<br />

19 Ibid., p. A7r-v.<br />

20<br />

HEINRICH BULLINGER, Diarium cit., p. 34.<br />

~ 54 ~

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