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Documento - Scuola Superiore di Studi Storici, Geografici ...

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ANTONIO ROTONDÒ<br />

Quando agli inizi degli anni Quaranta comparve a Bologna il Liber<br />

generationis Antichristi, nella situazione religiosa della città c’erano già tutti<br />

i presupposti perché la <strong>di</strong>ffusione d’un qualsiasi genere <strong>di</strong> libellistica antiromana<br />

stimolasse reazioni <strong>di</strong>verse dalla tra<strong>di</strong>zionale invettiva anticlericale.<br />

Nel caso particolare del Liber generationis Antichristi, esso giungeva come<br />

un compen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> dottrine già ampiamente note anche in larghi strati<br />

popolari. È significativo che nel 1532 venisse stampato proprio a Bologna,<br />

con approvazione e lo<strong>di</strong> anche <strong>di</strong> Leandro Alberti, il cosiddetto Incen<strong>di</strong>o<br />

de zizanie Lutherane del francescano osservante (tre anni dopo <strong>di</strong>venuto<br />

cappuccino) Giovanni da Fano, cioè la prima opera controversistica<br />

in volgare in cui l’urgenza <strong>di</strong> insegnare a «fuggire et schivare tutti li heretici,<br />

massime Luthero per<strong>di</strong>to Antichristo con tutta la canaglia de la sua<br />

excommunicata setta», era dedotta dalla constatazione che le loro dottrine<br />

erano ormai penetrate largamente in mezzo a «li i<strong>di</strong>oti, illiterati et<br />

simplici». 136 Allo stato attuale delle ricerche, ogni tentativo <strong>di</strong> identificare<br />

perio<strong>di</strong> e fasi <strong>di</strong> maggiore o minor crescita e poi declino del movimento<br />

religioso eterodosso a Bologna nella prima metà del Cinquecento e oltre,<br />

è destinato a scontrarsi con l’insufficienza delle nostre conoscenze: la<br />

frammentarietà delle notizie non consente ancora <strong>di</strong> valutare la reale entità<br />

delle adesioni; soltanto in<strong>di</strong>zi spora<strong>di</strong>ci consentono <strong>di</strong> stabilire collegamenti<br />

tra conventicole e gruppi la cui esistenza affiora insistentemente<br />

mani <strong>di</strong> persona con cui non si può fare così a suo modo»). Nello stesso costituto le domande<br />

dell’inquisitore se il Clementi conosceva «missier Speron Speroni», «uno misier Fortunio<br />

et uno misier Trapolino», e Caterina Sauli. Con essi, il Clementi <strong>di</strong>sse d’avere avuto soltanto<br />

relazioni generiche.<br />

136 Opera utilissima vulgare contra le pernitiosissime heresie Lutherane per li simplici (colophon:<br />

Giovan Battista Faello bolognese in Bologna impresse l’anno del Signore 1532 del mese <strong>di</strong><br />

Settembre). Incen<strong>di</strong>o de zizanie Lutherane compare nel titolo ripetuto nel prologo. Dopo la<br />

de<strong>di</strong>catoria a Paolo Pisotti, generale dell’or<strong>di</strong>ne, il testo è preceduto dall’approvazione <strong>di</strong><br />

Agostino Zanetti, in qualità <strong>di</strong> vicario del vescovo Alessandro Campeggi, e <strong>di</strong> Leandro Alberti,<br />

in qualità <strong>di</strong> vicario dell’inquisitore Stefano Foscarari. L’Alberti <strong>di</strong>ce d’aver letto il libro<br />

con grande sod<strong>di</strong>sfazione, avendovi trovato, «vulgari sermone confectum», una specie <strong>di</strong><br />

epitome («veluti epithoma quoddam») degli analoghi scritti <strong>di</strong> Fisher, <strong>di</strong> Catarino e <strong>di</strong> Eck.<br />

Faccio uso dell’esemplare della Biblioteca Nazionale Centrale <strong>di</strong> Firenze, Raccolta Guicciar<strong>di</strong>ni,<br />

11.11.78. A p. 104 è riportato il testo <strong>di</strong> una paro<strong>di</strong>a del Te Deum, preceduta dall’avvertimento:<br />

«Alcuni amici <strong>di</strong> Martin Luth. in laude sua cantano». Probabilmente si tratta <strong>di</strong><br />

scritto <strong>di</strong>verso dal libello del quale dà notizia Francesco Villa a Ercole II d’Este come giunto<br />

a Modena insieme con il Liber generationis Antichristi (cfr. Documenti, 1, p. 194). Il 9 luglio<br />

1545, il residente estense a Venezia Tebaldo Tebal<strong>di</strong> ne mandò una copia a Ferrara, interpretandolo<br />

come un libello antiluterano (Modena, Archivio <strong>di</strong> Stato, Ambasciatori, Venezia,<br />

busta 33, 85. III. 37: «Qui allegato mando all’Ecc.za V. il Te deum contra Luthero per farla<br />

anchor consapevole delle basse nuove <strong>di</strong> qua»).<br />

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