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Documento - Scuola Superiore di Studi Storici, Geografici ...

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II - ANTICRISTO E CHIESA ROMANA<br />

stiani», i «nostri Lutherani» – ai quali, dunque, inutilmente si sarebbe rivolto<br />

per avere un esemplare delle Pre<strong>di</strong>che («non mi hanno per suo confidente»).<br />

170<br />

La <strong>di</strong>ssociazione riguardava prima <strong>di</strong> tutto il contenuto del libro dell’Ochino<br />

e il <strong>di</strong>verso interesse con cui «Lutherani» e «novi christiani» lo<br />

leggevano: ciò che per il Bianchini era interesse occasionale a un evento<br />

clamoroso che coinvolgeva la chiesa bolognese, per i «novi christiani»<br />

era, invece, interesse agli sviluppi del problema della giustificazione, sul<br />

quale le loro riflessioni e <strong>di</strong>scussioni erano stimolate da un più vasto contesto<br />

<strong>di</strong> letture analoghe. Gli argomenti dell’Ochino ponevano ancora<br />

l’accento prevalentemente sulla fruizione interiore della giustificazione<br />

per fede, sulla sua funzione pacificatrice delle coscienze: 171 e ciò spiega le<br />

esitazioni del Seripando, ondeggiante tra l’impressione che nelle Pre<strong>di</strong>che<br />

l’Ochino «tutto haveva raccolto nelli scritti de’ Lutherani» e il giu<strong>di</strong>zio<br />

del giorno dopo, secondo il quale in esse non vi era «cosa alcuna che non<br />

fosse christianissima». 172 In realtà, col <strong>di</strong>stacco dell’esilio, l’Ochino era andato<br />

assai oltre. Dalla prevalente esaltazione della giustificazione come rifugio<br />

mistico nella fede era passato all’invettiva contro tutto ciò che si<br />

opponeva alla necessità che il cristiano «renascesse et <strong>di</strong>ventasse un uomo<br />

spirituale et che con viva fede sentisse et gustasse el gran beneficio <strong>di</strong><br />

Christo». 173 All’argomento de<strong>di</strong>cò un’intera pre<strong>di</strong>ca (la terza, Chome la iustificatione<br />

per Christo è iniustamente perseguitata et falsamente calunniata). Innanzitutto<br />

vi spiegava, con una notevole ripresa <strong>di</strong> argomenti propri della<br />

tra<strong>di</strong>zione pauperistica, che calunniatori e persecutori della giustificazione<br />

per la sola fede perpetuavano l’antico <strong>di</strong>sprezzo <strong>di</strong> quanti ritennero<br />

«una cosa stolta che per un crucifixo siamo iustificati» e rifiutarono il<br />

«Christo crucifixo» perché segnacolo <strong>di</strong> debolezza e non <strong>di</strong> ricchezza e <strong>di</strong><br />

potenza, una cosa «humana, infirma, povera, misera, vile, abiecta et<br />

ignominiosa». 174 Probabilmente, i «novi christiani» bolognesi potevano<br />

170 Ibid., p. 284.<br />

171 Pre<strong>di</strong>che cit., soprattutto nella più ampia e più efficace delle <strong>di</strong>eci pre<strong>di</strong>che, l’ottava,<br />

Delli effecti che fa la iustificatione per Christo (pp. D8v-E3r): «In prima, el iustificato sente la pace<br />

della conscientia, imperoché sente che Christo ha satisfacto per li suoi peccati perfectissimamente,<br />

in modo tale che non dubita che li sono perdonati se ha perfecta fede, et questa<br />

pace non si può per altre vie havere».<br />

172 EDMONDO SOLMI, La fuga <strong>di</strong> Bernar<strong>di</strong>no Ochino secondo i documenti dell’Archivio Gonzaga<br />

<strong>di</strong> Mantova, «Bullettino senese <strong>di</strong> storia patria», XV, 1908, p. 97 (cfr. GIGLIOLA FRAGNITO, Gasparo<br />

Contarini cit., p. 288).<br />

173 Pre<strong>di</strong>che cit., p. B3r.<br />

174 Ibid., p. B3v.<br />

~ 113 ~

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