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Documento - Scuola Superiore di Studi Storici, Geografici ...

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ANTONIO ROTONDÒ<br />

sentazione, una chiave <strong>di</strong> interpretazione che trascendeva l’orizzonte sociale<br />

dell’esperienza quoti<strong>di</strong>ana: fornivano una rappresentazione globale<br />

della realtà ecclesiastica e delle sue ra<strong>di</strong>cazioni nella società come costruzione<br />

religiosamente e socialmente mistificante. Il percorso religioso del<br />

Rinal<strong>di</strong> è tipico. Il riferimento alle Scritture (forse con qualche incursione,<br />

me<strong>di</strong>ata da appartenenti al circolo <strong>di</strong> cui faceva parte, nelle annotazioni<br />

neotestamentarie <strong>di</strong> Erasmo) lo aveva <strong>di</strong>sincagliato dai primi dubbi,<br />

suscitatigli da una pre<strong>di</strong>cazione incerta e contrad<strong>di</strong>ttoria, sul problema<br />

della salvezza come alternativa inquietante tra fede e opere. Poi, a lui e ai<br />

suoi amici, il Pasquino in estasi aveva presentato quella visione sconcertante<br />

del cielo in cui la proiezione della Chiesa e delle sue articolazioni<br />

istituzionali rappresentava una somma <strong>di</strong> valori capovolti. Tra tutti i libri<br />

e libelli che circolarono a Bologna in quel periodo, non sarà stato, certo,<br />

il solo Pasquino incarcerato ad accendere fra il Rinal<strong>di</strong> e i suoi amici l’interesse<br />

e la <strong>di</strong>scussione sui fondamenti dell’istituzione ecclesiastica. 200 Ma è<br />

certo che furono la lettura e il contenuto <strong>di</strong> quel libello a dar forma alle<br />

loro riflessioni e a determinare l’andamento dei loro <strong>di</strong>scorsi. Le loro <strong>di</strong>scussioni<br />

su purgatorio, indulgenze e ricchezze della Chiesa ebbero la loro<br />

efficace base argomentativa nelle corrispondenti pagine del libello del<br />

Curione: il vero purgatorio del cristiano è la croce della sua stessa esistenza,<br />

durante la quale egli si purifica con la fede nel sacrificio <strong>di</strong> Cristo;<br />

la Chiesa gli propone, invece, una sorta <strong>di</strong> «pagatorium», una rete vastissima<br />

<strong>di</strong> pratiche, nella quale restano impigliate le anime degli incauti; le<br />

200 È ovvio che il possesso e la lettura del Pasquino incarcerato, documentati dal processo,<br />

e la corrispondenza precisa tra il contenuto del libello e le confessioni del Rinal<strong>di</strong> non escludono<br />

che scritti dello stesso genere abbiano alimentato le <strong>di</strong>scussioni sue e dei suoi amici. La<br />

documentazione qui utilizzata – da quella riguardante l’attività <strong>di</strong> Benedetto Accolti alle accuse<br />

contro Giovanni Battista Scotti e all’e<strong>di</strong>tto dell’Inquisizione del 12 luglio 1543 – prova<br />

l’ampia circolazione <strong>di</strong> analoga letteratura eterodossa a Bologna in quegli anni. Ma, quando<br />

si tratta <strong>di</strong> ricostruire i processi mentali <strong>di</strong> uomini come il Rinal<strong>di</strong>, occorre in<strong>di</strong>viduare letture<br />

e testi precisi, non surrogabili da testimonianze generiche o surrettizie. Non ho trovato,<br />

ad esempio, alcuna prova che circolasse a Bologna An den christlichen Adel deutscher Nation <strong>di</strong><br />

Lutero nell’anonima traduzione e manipolazione Libro de la emendatione et correctione <strong>di</strong>l stato<br />

Christiano, Anno MDXXXIII (uso uno dei due esemplari della Raccolta Guicciar<strong>di</strong>ni della<br />

Biblioteca Nazionale Centrale <strong>di</strong> Firenze, segnatura 3-3-333), contrariamente a quanto scrive<br />

SILVANA SEIDEL MENCHI, Sulla fortuna <strong>di</strong> Erasmo in Italia cit., p. 544 (cfr. EAD., Le traduzioni<br />

italiane <strong>di</strong> Lutero nella prima metà del Cinquecento, «Rinascimento», XVII, 1977, p. 64), dove è<br />

pubblicata (pp. 626-631) un’importante lettera, ine<strong>di</strong>ta ma già nota, <strong>di</strong> Giovanni Angelo<br />

Odoni a Martin Butzer, del 13 giugno 1534 da Venezia, nella quale si <strong>di</strong>ce che «hic» (cioè a<br />

Venezia) un libro «italice versus, cui titulus est de Ecclesiae instauratione» si vende «quatuor<br />

... marcellis argenteis» (cioè in moneta veneziana). Non si vede come questa lettera dell’Odoni<br />

possa documentare che il libro «andava a ruba» a Bologna!<br />

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