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Documento - Scuola Superiore di Studi Storici, Geografici ...

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II - ANTICRISTO E CHIESA ROMANA<br />

ghi quoti<strong>di</strong>ani che imponevano i tempi e le osservanze del culto si <strong>di</strong>latava<br />

nella misura in cui se ne sentiva l’estraneità e l’inutilità rispetto alla<br />

convinzione dell’efficacia e sufficienza salvifica della sola fede. E si <strong>di</strong>latava<br />

fino a investire l’intera struttura ecclesiastica: l’accettazione delle elemosine<br />

e la ven<strong>di</strong>ta delle messe – <strong>di</strong>ceva il Campogalliano – erano la pratica<br />

quoti<strong>di</strong>ana del «turpe lucrum» con cui la Chiesa si è arricchita a <strong>di</strong>smisura<br />

e «ha fatti poveri gli altri». 328 Alla sommità <strong>di</strong> questa struttura <strong>di</strong>spensatrice<br />

<strong>di</strong> surrettizi mezzi <strong>di</strong> salvezza s’è inse<strong>di</strong>ato l’Anticristo nella<br />

persona del papa. 329 Il sacerdozio, esercitato da pochi beneficiarî <strong>di</strong> questo<br />

peccaminoso accumulo <strong>di</strong> ricchezze, è in realtà prerogativa <strong>di</strong> tutti i cristiani.<br />

330 E quando i due amici e i loro interlocutori dalla bottega <strong>di</strong> Giovanni<br />

Terrazzano si spostavano in quella <strong>di</strong> Pietro Curioni, vi trovavano,<br />

giunto anch’esso tempestivamente a Modena, uno degli ultimi libelli del<br />

Vergerio, in cui, per bocca del Petrarca, si invocava sulla Chiesa una<br />

sterminatrice «fiamma del ciel». 331<br />

328 Processo modenese, costituti del 22 e del 29 settembre e del 2 ottobre 1555. Cfr.<br />

Processo Terrazzano cit., deposizione <strong>di</strong> Francesco della Croce del 20 giugno 1555.<br />

329 Processo modenese, costituti del 22 e del 29 settembre, del 1 o e del 2 ottobre 1555.<br />

330 Ibid., costituto del 22 settembre 1555, dove l’inquisito tenta una tipica attenuazione<br />

del suo pensiero: «Respon<strong>di</strong>t che Santo Pietro scrive che sianno gente santa e sacerdotio regale,<br />

che tutti i fedeli cristiani, cioè la chiesa <strong>di</strong> Giesù Christo, sonno sacerdoti et che confesso<br />

questo, e se l’ho detto ut supra non tutti equaliter. Ma che lui è sacerdote della sua casa,<br />

et non tanto lui, ma et tutti gli altri, e che poi sonno delli altri sacerdoti che ministrano i sacramenti».<br />

Molti altri casi danno, del resto, l’idea <strong>di</strong> quanto fosse <strong>di</strong>ffusa a Modena la dottrina<br />

luterana del sacerdozio universale. Ad esempio, il 15 aprile 1545 il domenicano Giovanni<br />

Paolo da Lugo accusò Girolamo Grassetti d’aver sostenuto «quod omnes sacerdotes sumus et<br />

hoc assertive»; un mese dopo, il 22 maggio, il sellaio Giacomo Piva venne denunciato per<br />

aver detto: «Ego habeo tantam authoritatem quantam habet quilibet alius et ego possum te<br />

absolvere sicut quilibet alius» (ibid., busta 2, Processi 1489-1549, ai nomi). La dottrina del sacerdozio<br />

universale era implicita nella concezione della chiesa come invisibile congregazione<br />

dei fedeli, sulla cui <strong>di</strong>ffusione a Modena la testimonianza più precisa è, come si vedrà, nel<br />

processo del soldato Pietro Antonio da Cervia. Un suo commilitone, il ferrarese Giovanni<br />

Ludovico Novelli, nell’agosto del 1567 confessa d’aver creduto «veram ecclesiam esse congregationem<br />

credentium» e che «ministrum baptismi illum esse qui a populo or<strong>di</strong>natus est ad<br />

pre<strong>di</strong>candum et baptizandum» (ibid., busta 4, Processi 1566-1568, «Liber decimus», processo<br />

Giovanni Ludovico Novelli, costituto del 16 agosto 1567). E così via.<br />

331 Processo modenese, costituti del 22 settembre e del 1 o ottobre 1555. Il libello del<br />

Vergerio era uscito l’anno prima: Stanze del Berna con tre sonetti del Petrarca dove si parla dell’Evangelio<br />

et della Corte Romana, nell’anno 1554 (l’introduzione è datata 20 agosto 1554). Cfr.<br />

FRIEDRICH HUBERT, Vergerios publizistische Thätigkeit cit., p. 291. Sul contenuto ve<strong>di</strong> DELIO<br />

CANTIMORI, Atteggiamenti della vita culturale italiana nel secolo XVI <strong>di</strong> fronte alla Riforma, «Rivista<br />

storica italiana», LIII, pp. 41-69, ora in IDEM, Umanesimo e religione nel Rinascimento, Torino,<br />

Einau<strong>di</strong>, 1975, pp. 8-12.<br />

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