Documento - Scuola Superiore di Studi Storici, Geografici ...
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II - ANTICRISTO E CHIESA ROMANA<br />
versamente che in passato: passaggio non facile né nel caso del circolo del<br />
Rinal<strong>di</strong> – qui, evidentemente, assunto come filo conduttore della storia<br />
delle inquietu<strong>di</strong>ni religiose popolari e della loro evoluzione nella Bologna<br />
degli inizi degli anni Quaranta – né in infiniti altri casi. Sulla base dei<br />
soli incartamenti inquisitoriali è sempre poco agevole, quando non ad<strong>di</strong>rittura<br />
impossibile, <strong>di</strong>panare – ed è ciò che qui interessa maggiormente –<br />
il filo <strong>di</strong> questi processi <strong>di</strong> graduale penetrazione e approfon<strong>di</strong>mento della<br />
protesta religiosa come un progressivo ra<strong>di</strong>carsi <strong>di</strong> nuove convinzioni.<br />
Eppure è solo dai risultati d’un simile lavoro che può <strong>di</strong>pendere la rilevanza<br />
storica della partecipazione al movimento riformatore <strong>di</strong> strati sociali<br />
dei quali, per Bologna, abbiamo assunto come prototipo il droghiere<br />
Rinal<strong>di</strong>. Sollecitazioni e stimoli intellettuali che evoluzioni in<strong>di</strong>viduali<br />
ricevono dal contesto in cui esse avvengono, ed esiti non meccanici d’una<br />
propaganda stimolatrice qui sono essenziali.<br />
La presenza <strong>di</strong> Tommaso Bavellino tra i complici del Rinal<strong>di</strong>, oltre<br />
che prova della vivacità e dell’audacia delle <strong>di</strong>scussioni che si svolgevano<br />
in quel circolo, è anche prova che esso era parte <strong>di</strong> quella più ampia fascia<br />
<strong>di</strong> interlocutori ai quali Giovan Battista Scotti rivolgeva, come s’è<br />
visto, la sua intensa propaganda con oculata <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> libri e <strong>di</strong><br />
ammaestramenti orali. Ed è persino inimmaginabile che, in un circolo<br />
frequentato da un uomo della levatura intellettuale <strong>di</strong> Angelo Ruggeri e<br />
nel quale poteva maturare persino l’esigenza d’un popolano <strong>di</strong> accedere<br />
alle interpretazioni neotestamentarie <strong>di</strong> Erasmo, non giungessero gli effetti<br />
<strong>di</strong> quelle forme <strong>di</strong> propagazione delle nuove idee rilevate nel già ricordato<br />
decreto del 12 luglio 1543. Delle due sole opere che in quel decreto<br />
venivano segnalate nominativamente – il Pasquino in estasi e le Pre<strong>di</strong>che<br />
dell’Ochino – la prima fu certamente tra le letture del Rinal<strong>di</strong>; 192 e<br />
dopo quanto s’è detto precedentemente, non occorre insistere sugli effetti<br />
sollecitatori d’una simile lettura. Influenza più precisamente riscontrabile<br />
sull’evoluzione religiosa del Rinal<strong>di</strong> ebbe un altro scritto del Curione,<br />
il Pasquino incarcerato. 193<br />
192 JOSEPH HILGERS, Der Index der verbotenen Bücher cit., p. 484; Bologna, Biblioteca Comunale<br />
(Archiginnasio), Ms. B. 1927, c. 2r: «Vi<strong>di</strong>t Pasquinum in estesi sibi constituto tra<strong>di</strong>tum<br />
a quodam filio Marci de Covellis».<br />
193 Ibid., c. 2r: «Et quidam magister Alexander [Gan<strong>di</strong>no] habet librum Pasquini carcerati».<br />
Del libello si conosce soltanto il testo latino in due redazioni, pubblicate entrambe in<br />
Pasquillus ecstaticus cit., pp. 182-201 (Iu<strong>di</strong>cium Pasquilli, seu Pasquillus captivus), pp. 253-286<br />
(Exemplum processus sive actionis adversus Pasquillum a Pontifice Paulo tertio in concilio Car<strong>di</strong>nalium<br />
institutae). La seconda redazione informa, dopo il titolo: «Ex Italica in Germanicam, et ex<br />
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