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Documento - Scuola Superiore di Studi Storici, Geografici ...

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ANTONIO ROTONDÒ<br />

fosse la versione che il Clementi ne <strong>di</strong>ffondeva), assumeva un significato<br />

molto lato: in ogni caso, se anche l’inquisito mirò, con ciò, ad attenuare<br />

la gravità dell’accusa <strong>di</strong> essere stato possessore e <strong>di</strong>ffon<strong>di</strong>tore dell’impressionante<br />

vaticinio, l’inquisitore padovano non si mostrò <strong>di</strong>sposto a fare<br />

<strong>di</strong>stinzioni. L’inizio dell’inchiesta sul Clementi e i lunghi interrogatori<br />

che ne seguirono a Padova e a Venezia sono relativamente tar<strong>di</strong> (aprile<br />

1567-novembre 1568). Ma il relativo incartamento è tra i non pochi <strong>di</strong><br />

quegli anni che consentono <strong>di</strong> risalire a parecchi decenni prima – in questo<br />

caso, per l’appunto, agli inizi degli anni Quaranta.<br />

La lunga storia del Clementi emerse particolarmente dall’esame delle<br />

sue carte. Erano tante che si dovette procedere al loro esame in due tempi.<br />

La prima accusa, fondata sull’esame delle scritture più compromettenti,<br />

fu d’aver sostenuto che il papa era l’Anticristo. Veniva dedotta prima<br />

<strong>di</strong> tutto dal possesso <strong>di</strong> alcune copie della Prophetia Sancti Severi. Nella<br />

versione che ne fu trovata fra le scritture del Clementi, questa profezia,<br />

tratta, com’è noto, dal Mirabilis liber, presenta evidenti adattamenti alla situazione<br />

del Regno <strong>di</strong> Napoli. Riformare significava prima <strong>di</strong> tutto demolire.<br />

Perciò essa prometteva lo sterminio del papa e <strong>di</strong> tutti i prelati<br />

(rappresentati in forma <strong>di</strong> lupi): un feroce condottiero proveniente da<br />

Oriente («bestia orientalis») presto avrebbe aggre<strong>di</strong>ta e assoggettata tutta<br />

l’Italia; le città che avrebbero opposto resistenza sarebbero state rase al<br />

suolo, le altre avrebbero avuto la libertà; l’Apulia sarebbe rimasta incerta;<br />

Napoli sarebbe stata conquistata e privata <strong>di</strong> tutto il suo fasto; all’avvicinarsi<br />

del conquistatore, il papa sarebbe fuggito da Roma, dovunque fatto<br />

segno <strong>di</strong> lu<strong>di</strong>brio, fin a quando «a bestia devorabitur cum suis lupis»; entrato<br />

in Roma, il vincitore vi sarebbe stato accolto con giubilo dai Romani<br />

«expulsione luporum»; qui, a opera dello Spirito Santo, si sarebbe<br />

fatto battezzare con tutto il suo popolo; <strong>di</strong>venuto «agnus mansuetissimus»,<br />

avrebbe fatto eleggere un pastore angelico che, insieme con do<strong>di</strong>ci<br />

car<strong>di</strong>nali, avrebbe retto la Chiesa con santità e nella povertà; «et tunc ecclesia<br />

Dei erit vera ecclesia»; ne sarebbe seguita un’età felice, senza guerre;<br />

tutti i tiranni della terra sarebbero stati sterminati. 123 Il Clementi <strong>di</strong>sse<br />

123 Trascrivo l’intero testo della profezia, che si presenta come una variante notevole rispetto<br />

alle redazioni già note: «Divi Severi episcopi Neapolitani vaticinium mirabile. Sole<br />

intrante Thaurum bestia orientalis cum incomparabili classe et inexpugnabili exercitu aggre<strong>di</strong>etur<br />

Italiam. Laceram a militibus obtinebit. Civitates patentes libertate donabit, repugnantes<br />

vero solo aequabit. Apulia fluctuabit. A. et P. succumbent in proelio et in arbore suspendentur.<br />

Partenope calcabitur et omni fastu privabitur. Princeps lupus fugiet cum suis lupis ab<br />

aspectu bestiae, sed quo ierit lu<strong>di</strong>brio habebitur, tandem a bestia devorabitur cum suis lupis.<br />

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