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Documento - Scuola Superiore di Studi Storici, Geografici ...

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ANTONIO ROTONDÒ<br />

nibus tum legi, tum laudari, tum etiam amplecti <strong>di</strong>gnissimus, nec ita facile credas<br />

quam avide (ne <strong>di</strong>cam ardenter) Italus expectetur Gwaltheri Antichristus, qui, cum<br />

tuus sit filius, etiam si minus fortasse eum <strong>di</strong>gnoscere queas aliena loquentem lingua,<br />

cum tamen ita natura comparatum sit qua patres <strong>di</strong>ligant filios, non dubito<br />

quin eundem nunc quoque charum habiturus sis.<br />

Caetera cognosces e Hieronymo nostro, 3 pio sane tuique amantissimo homine,<br />

qui hasce ad te literas perferet. Te ego illud unum oro obsecroque, ut una cum<br />

Hieronymo nostro conficias cum typographis desque operam ut Italus Italiam protinus<br />

revisat. Quicquid ad hanc rem attinet eidem iniungere poteris; brevi namque<br />

in Italiam est reversurus. Reliquum est ut me in amicorum tuorum numerum ad-<br />

1986, pp. 47, 199, il testo latino del libro <strong>di</strong> Gwalther (Antichristus. Id est homiliae quinque,<br />

quibus Romanum Pontificem verum et magnum illum Antichristum esse probatur, quem prophetarum,<br />

Christi et apostolorum oracula venturum et cavendum prae<strong>di</strong>xerunt, Tiguri, Froscoverus, 1546) è<br />

dello stesso anno dell’e<strong>di</strong>zione in tedesco. Immancabilmente, il Vergerio era già al corrente<br />

della traduzione del Susio, come risulta da quanto egli stesso scrive in Il catalogo de’ libri li<br />

quali nuovamente nell’anno 1549 sono stati condannati da Giovanni della Casa et d’alcuni frati, [Poschiavo,<br />

Dolfin Landolfi], 1549, p. D6r-v: «Dicono così: <strong>di</strong> Rodolfo Gualtero Antichristus,<br />

et un pezzo dopo <strong>di</strong>cono: <strong>di</strong> Ridolpho Gualtero Homiliae quinque, et sono tutto uno, il titolo<br />

dell’opera <strong>di</strong>ce Rodolphi Gualtherij Anitchristus Homiliae quinque. Debbo creder, che<br />

essi non l’habbino veduto, et che condannino a occhi serrati, overo <strong>di</strong>ciamo, che essi lo<br />

hanno molto ben letto, et havendo veduto, che egli è uno dei più terribili libri, che sia stato<br />

scritto contra il Papato lo hanno voluto nominare, condannare et scommunicare due volte in<br />

una sola. Ma il peggio per loro è, che egli è stato tradotto in volgare, et tosto sarà veduto in<br />

pubblico, et sentirete un’artigliaria, che importa» (in<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> Silvano Cavazza, che ringrazio).<br />

Per la proibizione del libro <strong>di</strong> Gwalther secondo il Catalogo veneziano del Della Casa<br />

ve<strong>di</strong> FRANZ HEINRICH REUSCH, Die In<strong>di</strong>ces librorum prohibitorum des sechzehnten Jahrhunderts,<br />

Tübingen, H. Laupp, 1886, pp. 139-140.<br />

3 Non può essere il noto esule vicentino Girolamo Massari, fuggito dal convento cremonese<br />

<strong>di</strong> San Pietro non prima della fine d’agosto del 1550 (cfr. FEDERICO CHABOD, Per la<br />

storia religiosa dello Stato <strong>di</strong> Milano durante il dominio <strong>di</strong> Carlo V. Note e documenti. Seconda e<strong>di</strong>zione<br />

a cura <strong>di</strong> ERNESTO SESTAN, Roma, Istituto storico italiano per l’età moderna e contemporanea,<br />

1962, p. 168). Sappiamo, invece, che già da tempo era in relazione con Pietro Perna<br />

il me<strong>di</strong>co e libraio Girolamo Donzellini (negli atti del processo: «Donzellino degli orci»).<br />

In una lettera in<strong>di</strong>rizzatagli dal Perna da Basilea, il 13 novembre 1550, si legge l’oscura<br />

espressione: «... e brevemente, non è in essere altro che quello che da me hebbe il Susio»,<br />

con probabile riferimento a pendenze per la fornitura <strong>di</strong> opere me<strong>di</strong>che (cfr. LEANDRO PERI-<br />

NI, Note e documenti su Pietro Perna libraio-tipografo a Basilea, «Nuova rivista storica», L, 1966,<br />

p. 58). Il Susio che compare come me<strong>di</strong>co nel processo veneziano del Donzellini è stato<br />

identificato dal Perini con Giovanni Battista Susio, me<strong>di</strong>co del patriarca <strong>di</strong> Venezia Giovanni<br />

Grimani, inquisito e assolto a Roma nell’agosto del 1550 (Cfr. PIO PASCHINI, Tre ricerche<br />

sulla storia della Chiesa nel Cinquecento, Roma, E<strong>di</strong>zioni liturgiche, 1945, p. 137). Poiché non<br />

c’è ragione <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare questa identificazione, almeno fino a quando non risulterà che me<strong>di</strong>co<br />

era anche il corrispondente del Gwalther e traduttore dell’Antichristus, restano congetturali<br />

tanto l’interessamento del Donzellini alla stampa della traduzione quanto la stampa da<br />

parte del Perna.<br />

~ 198 ~

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