Insegnamento e Apprendimento delle Coniche A049.pdf - Didattica.it
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Vincoli e prerequis<strong>it</strong>i<br />
Si intende proporre questo modulo nelle prime lezioni di un corso di fisica, eventualmente, ma non<br />
necessariamente, dopo un’introduzione alle grandezze e un’introduzione all’uso e alla lettura di<br />
(semplici) grafici. Lo penserei adeguato inoltre per (almeno) un secondo anno, quindi con ragazzi<br />
che non siano matricole della scuola superiore e che siano capaci di sapersi organizzare abbastanza<br />
autonomamente per gruppi. Inoltre i riferimenti alle equazioni del moto dovrebbero poter essere<br />
compresi senza difficoltà, per cui è necessaria una dimestichezza con le equazioni e il calcolo<br />
letterale in matematica. Visto infine il numero di ore necessario per svolgere integralmente il<br />
modulo occorrerebbe un numero settimanale sufficiente di ore in fisica, con la condizione di avere<br />
almeno due ore consecutive accoppiate per settimana. Per tutti questi motivi penso che il progetto<br />
possa essere adatto ad un secondo anno di Liceo Scientifico PNI, naturalmente previo adattamento<br />
alla s<strong>it</strong>uazione specifica della classe.<br />
In sintesi i prerequis<strong>it</strong>i minimi potrebbero essere semplicemente:<br />
conoscenza e dimestichezza d’uso <strong>delle</strong> equazioni di primo grado<br />
saper leggere grafici<br />
saper costruire tabelle<br />
È necessario inoltre che la scuola possieda 3 o 4 CBR-Sonar e un analogo numero di calcolatrici<br />
TI89 o simili, per potere svolgere lavori di gruppo lasciando un sonar e una calcolatrice per ogni<br />
gruppo. È inoltre necessaria un’aula abbastanza ampia, un proiettore, una lavagna possibilmente<br />
bianca su cui proiettare e disegnare grafici e un display per lavagna luminosa collegabile alla<br />
calcolatrice.<br />
Obiettivi<br />
I miei obiettivi in una trattazione della cinematica come quella proposta e, insieme, in una<br />
introduzione alla fisica come è quella che ne risulta, sono principalmente i seguenti:<br />
introdurre lo studio e il metodo della fisica come qualcosa di specifico, sì, ma ben legato ed<br />
ancorato a esigenze e fenomeni noti allo studente: i concetti, così come i metodi di indagine<br />
(misure, grafici, esperimenti, schematizzazioni) non dovrebbero essere percep<strong>it</strong>i come fini a se<br />
stessi e avulsi dal mondo di oggetti e di idee che lo studente già possiede, ma al contrario ne<br />
andrebbero percep<strong>it</strong>i (e quindi dall’insegnante: sottolineati) gli stretti legami. Presentare<br />
problemi e spendere almeno un po’ di tempo per permettere agli studenti di proporre soluzioni<br />
e discuterne è quindi necessario: ad esempio relativamente ai metodi di misura della veloc<strong>it</strong>à,<br />
prima di usare strumenti complessi come il sonar.<br />
fare percepire la “fisic<strong>it</strong>à” della fisica, per ev<strong>it</strong>are che venga vista come pura disciplina teorica o<br />
matematica, e invece legarla alla realtà degli oggetti, specialmente in un amb<strong>it</strong>o “principe”<br />
come quello della cinematica. L’esperimento, meglio (in questo caso introduttivo) se<br />
qual<strong>it</strong>ativo, favorisce a mio parere un aggancio forte con la fisic<strong>it</strong>à e col movimento.<br />
dare importanza alla efficacia o urgenza (nel senso debole del termine) della fisica nella<br />
descrizione e nella gestione del mondo reale e della sua “v<strong>it</strong>a vissuta”: fare cioè uscire la fisica<br />
dall’aula, ma anche dal laboratorio, per poter indicare allo studente che la fisica riduce a schemi<br />
semplificativi una realtà che però è la realtà di tutti giorni, e che le sue conquiste hanno<br />
conseguenze su tale realtà. Misurare con il sonar usato in laboratorio la veloc<strong>it</strong>à di<br />
un’automobile di passaggio in strada, ad esempio, permette a mio parere di “aprire al mondo” la<br />
conoscenza acquis<strong>it</strong>a e renderla significativa (per coloro per cui tale passaggio è fondamentale)<br />
- estendendone l’util<strong>it</strong>à ad applicazioni magari già note (si pensi all’autovelox…). Portare poi<br />
esempi e fornire, anche solo verbalmente o tram<strong>it</strong>e immagini, “agganci” al mondo reale può<br />
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