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Insegnamento e Apprendimento delle Coniche A049.pdf - Didattica.it

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Il programma<br />

La programmazione<br />

didattica della docente tutor è in allegato. Il progetto di tirocinio, collocandosi<br />

poco<br />

dopo l’inizio<br />

del secondo quadrimestre, cadrà in un momento in cui sono già stati affrontati il<br />

piano cartesiano e la retta, e dovrebbe perciò collegarsi a questo percorso riprendendo, con l’inizio<br />

dello studio di coniche, lo strumento cartesiano che sarà poi utilizzato nel resto dell’anno per lo<br />

studio <strong>delle</strong> restanti coniche.<br />

Lo stile d’insegnamento dell’insegnante tutor<br />

Alcune<br />

caratteristiche dello<br />

stile di insegnamento dell’insegnante tutor: all’interno o intervallati alle<br />

lezioni “standard”<br />

(che consiste in spiegazione, interrogazione, correzione comp<strong>it</strong>i a casa, esercizi<br />

alla<br />

lavagna)<br />

inserisce momenti di approfondimento (di tipo seminariale, ad esempio) o di tipo<br />

interdisciplinare che r<strong>it</strong>engo interessino gli studenti, oppure propone attiv<strong>it</strong>à di ricerca o “creative”<br />

(come, per esempio, la creazione di una presentazione PowerPoint o altro). È inoltre molto attenta ai<br />

singoli studenti, alle loro necess<strong>it</strong>à e al loro rendimento; passa quotidianamente tra i banchi a<br />

correggere o controllare i comp<strong>it</strong>i. Il libro di testo [Dodero e altri, 1999] viene usato come<br />

riferimento per lo studio a casa e per gli esercizi. La tutor dà responsabil<strong>it</strong>à e alcune libertà di scelta<br />

agli studenti, chiedendo loro il parere o i desiderata. Spiega con chiarezza e facendo frequente<br />

riferimento ad altre discipline, in particolare ad altri linguaggi e alle loro strutture. Tollera brusio o<br />

parlottio durante le interrogazioni o gli esercizi, ma ciò non significa dispersione, bensì atmosfera<br />

rilassata, ma collaborativa e attiva, orientata allo scopo persegu<strong>it</strong>o. Chiede agli studenti abbastanza<br />

lavoro per casa, anche se alcuni studenti nella classe 1A spesso non lo svolgono.<br />

Obiettivi<br />

Obiettivi generali<br />

L’obiettivo del percorso didattico previsto nel progetto di tirocinio è duplice:<br />

-principalmente introdurre lo studio <strong>delle</strong> coniche (e in effetti affrontare lo studio di una di esse su<br />

riferimento cartesiano) puntando sulla plural<strong>it</strong>à di registri e di rappresentazioni di queste, come di<br />

altre curve [si veda ad esempio D’Amore (1999) per una completa trattazione dell’argomento,<br />

oppure Godino e Batanero 2000, o ancora Radford 2003]. Puntare sull’aspetto grafico, intu<strong>it</strong>ivo e<br />

collegarlo finalmente anche al registro algebrico sarà quindi la strada. Lo scopo è quello di facil<strong>it</strong>are<br />

la percezione di un “senso” almeno in questo amb<strong>it</strong>o della matematica studiato dagli allievi,<br />

proponendo il più possibile richiami tra un registro e l’altro, di un’evoluzione storica e concettuale,<br />

di una sfida culturale, di un carattere estetico, di una rilevanza nella fisica e nel mondo naturale. Il<br />

ricorso all’intuizione, al significato concreto, all’utilizzo pratico se da un lato è rivolto a dare un<br />

senso all’attiv<strong>it</strong>à matematica, dall’altro può però rischiare di trasmetterne un’immagine come di<br />

“regno incontrastato dell’intu<strong>it</strong>o” e quindi, nella mente dello studente, regno dell’improvvisazione e<br />

dell’approssimazione (specialmente nella mente di uno studente ab<strong>it</strong>uato ad affrontare<br />

superficialmente i problemi e ad accontentarsi dei risultati). È quindi necessario parlare della<br />

matematica (intesa come processo deduttivo, logica, esattezza <strong>delle</strong> definizioni, necess<strong>it</strong>à di calcolo<br />

e di procedure) come linguaggio o “stile di pensiero” necessario, strumento per fornire basi solide<br />

all’intuizione e per darle, per così dire, leg<strong>it</strong>tim<strong>it</strong>à e sostanza. Insomma è necessario procedere su<br />

entrambi gli aspetti (intuizione e formalismo) per colmare uno scollamento, che da una parte lascia<br />

senza strumenti le risorse intu<strong>it</strong>ive e dall’altra lascia senza significato i (perciò gravosi) tentativi di<br />

imparare il formalismo e le procedure [cfr. ad esempio Duval 1996]. A questo scopo<br />

si proporranno<br />

esempi<br />

o esercizi che pur appellandosi inizialmente all’intu<strong>it</strong>o, ne sottolineino anche<br />

l’ inadeguatezza e/o (a volte) l’ingannevolezza;<br />

VII

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