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Insegnamento e Apprendimento delle Coniche A049.pdf - Didattica.it

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Sezione 2 - le coniche come luogo geometrico<br />

Per avvicinarsi ad una discussione più diretta <strong>delle</strong> coniche e per poter avere le conoscenze necessarie<br />

per esaminarle con il supporto del piano cartesiano siamo poi passati alla seconda definizione per le<br />

coniche, quella come luogo geometrico. Ho r<strong>it</strong>enuto necessario passare per una fase anch’essa<br />

esplorativa, nella quale i ragazzi potessero prendere dimestichezza con tali definizioni esaminando e<br />

determinando nello spazio della lavagna e “a occhio”, cioè senza strumenti quali compasso o altro, quali<br />

punti potessero appartenere ad una conica determinata, di cui fossero dati i fuochi (o fuoco e direttrice,<br />

nel caso della parabola). Ins<strong>it</strong>o in questa modal<strong>it</strong>à vi è il rischio di trasmettere un messaggio di<br />

pressapochezza nel determinare una curva; ciononostante r<strong>it</strong>engo essenziale far capire che anche in un<br />

procedimento “a occhio” vi sono attenzioni da prestare; è inoltre fondamentale, credo, per poter<br />

conoscere meglio una curva, sapere disegnarla a mano e sapere valutare se e in quali punti essa è stata<br />

tracciata correttamente. Questo tipo di esercizio (un approccio “manuale”, corporeo alle coniche) l’ho<br />

ripreso<br />

in comp<strong>it</strong>i dati a casa e nelle verifiche in classe. Qualche studente ha commentato tra l’altro che<br />

la costruzione per punti potrebbe essere fatta più facilmente servendosi del piano cartesiano.<br />

In effetti ho cercato di utilizzare la lavagna a quadretti soltanto quando ho trattato l’ellisse in termini di<br />

rappresentazione cartesiana, mentre per le altre attiv<strong>it</strong>à (ad esempio con riga e compasso) ho sfruttato la<br />

lavagna libera.<br />

Poiché in tutta questa fase mi sono mosso liberamente non ho neanche potuto appoggiarmi su un libro<br />

di testo: gli esercizi e le semplici nozioni di teoria (definizioni, proprietà…) venivano perciò da me<br />

prodotti su fogli e distribu<strong>it</strong>i agli studenti al termine dell’ora (si vedano gli allegati in appendice). Ciò è<br />

serv<strong>it</strong>o anche a me per essere sicuro di comunicare esplic<strong>it</strong>amente e correttamente i concetti<br />

fondamentali. Purtroppo non sempre e non da tutti queste note e questi esercizi sono stati sfruttati<br />

(neanche sotto “l’incoraggiamento” dato dal chiamare alla lavagna), a volte per difficoltà oggettive a<br />

comprendere la teoria o eseguire gli esercizi, più spesso perché la classe si muove solo sotto l’esplic<strong>it</strong>a<br />

“minaccia” del voto.<br />

Ho anche utilizzato un’ora per un lavoro di gruppo: la<br />

costruzione di un iperbolografo a filo, con materiale<br />

“povero” che avevo portato e seguendo istruzioni che<br />

avevo redatto. La consegna era di capire di quale<br />

conicografo si trattava, di schematizzarlo, di descriverne<br />

proprietà e dimostrare perché si trattasse proprio di<br />

quel conicografo (si veda scheda in appendice). Il<br />

materiale prodotto dagli studenti è stato buono (nella<br />

costruzione materiale), anche se più lento e difficoltoso del previsto (seguire una<br />

procedura scr<strong>it</strong>ta è comp<strong>it</strong>o molto arduo per alcuni): esso è mostrato in figura<br />

38<br />

Iperbolografo

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