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Insegnamento e Apprendimento delle Coniche A049.pdf - Didattica.it

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tolto<br />

per certi versi ad alcuni di loro la possibil<strong>it</strong>à di partecipazione (oltre che non aumentare il gusto per<br />

l’apprendimento)<br />

Come obiettivo, che sapevo essere “a rischio”, vi era anche quello di permettere di stabilire un<br />

collegamento, un nesso, tra una matematica più “intu<strong>it</strong>iva” ed una più formale. Senza in ver<strong>it</strong>à pormi<br />

troppe domande, ho scelto in certi casi, durante la prima parte del tirocinio, la forma della dimostrazione di<br />

una proprietà già vista intu<strong>it</strong>ivamente, come modo per parlare della relazione tra metodo matematico e<br />

intu<strong>it</strong>o<br />

matematico. Nella seconda parte, più algebrica, tale richiamo e tale sottolineatura ho inteso darla<br />

tram<strong>it</strong>e esplic<strong>it</strong>i richiami alle nozioni e ai metodi di indagine usati nella prima parte: lo scopo era quello,<br />

utilizzando l’algebra su un terreno noto, perché già indagato, di collegare due mondi (uno più intu<strong>it</strong>ivo e<br />

uno più formale) che tendono in genere a rimanere separati. Proprio riguardo ciò mi ero prefisso<br />

l’obiettivo di tenere il più possibile assieme le due parti: temevo che la prima potesse essere vissuta come<br />

un divertente giochino, o peggio come una “vacanza”, e nella seconda si potessero ri-incontrare tali e<br />

quali i sol<strong>it</strong>i problemi. Avevo quindi posto molta attenzione a dosare bene l’impegno richiesto in<br />

entrambe, e a curare i collegamenti concettuali, perché entrambe fossero pienamente percep<strong>it</strong>e da tutti<br />

come vere “ore scolastiche di matematica”, e non vi fosse discontinu<strong>it</strong>à nell’impegno, nell’immagine, né vi<br />

fosse una eccessiva rottura cogn<strong>it</strong>iva tra esse. Se la scelta del procedimento dimostrativo non ha avuto molto<br />

successo per i problemi suddetti, in generale r<strong>it</strong>engo soddisfacente la realizzazione dei miei propos<strong>it</strong>i sia<br />

nella prima che nella seconda parte (frequenti sono stati gli accenni alla dimostrabil<strong>it</strong>à o meno di quello<br />

che vedevamo, così pure i richiami alla prima parte, e il richiamo all’utilizzo del ragionamento, e non<br />

solo<br />

dell’ applicazione di regole, anche nella seconda). R<strong>it</strong>engo inoltre di essere riusc<strong>it</strong>o a richiedere un impegno<br />

costante ed equilibrato tra la prima e la seconda parte e r<strong>it</strong>engo che l’aver condotto prima estesamente<br />

un’analisi e un’esplorazione dell’ellisse dal punto di vista della definizione, del suo disegno, dei suoi<br />

“movimenti” abbia poi giovato notevolmente all’introduzione della sua equazione e alla sua descrizione<br />

cartesiana: il passaggio è stato rapido e senza problemi, e, finché l’algebra è stata semplice, i ragazzi hanno<br />

svolto gli esercizi senza problemi. Naturalmente però loro sono “duri a intendere”, e come pensavo lo<br />

scollamento (intu<strong>it</strong>o vs. formalismo) in molti di loro permane e la divisione tra le due parti è stata molto<br />

avvert<strong>it</strong>a da alcuni (taluni che hanno subìto un forte disagio e quindi un certo spiazzamento nella prima,<br />

essendo essa non ab<strong>it</strong>uale per loro; altri che hanno fatto faville, o quasi, nella prima, e sono tornati ai sol<strong>it</strong>i<br />

meccanismi “di sopravvivenza” e di autodifesa nella seconda). Alcuni (vari) però r<strong>it</strong>engo siano riusc<strong>it</strong>i a<br />

mantenere l’un<strong>it</strong>à cogn<strong>it</strong>iva e ad integrare le due forme di pensiero. L’impegno è stato comunque variabile<br />

inversamente alla difficoltà percep<strong>it</strong>a (+difficile -impegno) e da parte mia verso la fine ha avuto poco<br />

modo di essere testato regolarmente, per mancanza di tempo.<br />

Se un obiettivo era quello di sottolineare, della matematica che presentavo, anche la dign<strong>it</strong>à<br />

culturale in senso pieno, una modal<strong>it</strong>à che avevo deciso di adottare era quello di non presentarla avulsa dal<br />

contesto storico, ma anzi trattarne esplic<strong>it</strong>amente qualche aspetto che ne sottolineasse ad esempio<br />

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