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Insegnamento e Apprendimento delle Coniche A049.pdf - Didattica.it

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loro prestazioni e capac<strong>it</strong>à, e non può non inficiare anche lo schema di valutazione che egli può dare<br />

<strong>delle</strong> attiv<strong>it</strong>à svolte, in quanto ogni valutazione è sempre contemporaneamente valutazione del proprio<br />

lavoro, della risposta complessiva della classe e della singola risposta di ogni ragazzo. Se tutti e tre gli<br />

aspetti sono poco conosciuti (il primo per l’inesperienza all’insegnamento del tirocinante, il secondo<br />

perché lo è sempre anche per un docente “navigato”, il terzo per la scarsa conoscenza dei singoli<br />

studenti e della loro storia scolastica che un tirocinante può avere) è ovvio che la gestione<br />

contemporanea di essi non può che essere fortemente influenzata da “aggiustamenti” (o per dirla col<br />

linguaggio <strong>delle</strong> macchine: meccanismi di retroazione) ed assestamenti tipici del procedere<br />

“interpretativo” (v. ad esempio [5]) di chi sta imparando ad interagire con una s<strong>it</strong>uazione nuova non<br />

determinata né determinabile a priori (è lo stesso meccanismo di apprendimento che riconosciamo agire<br />

nei nostri studenti; del resto, in quanto specializzandi, siamo anche noi studenti, e anche per noi<br />

valgono, tali e quali, gli stessi fenomeni e gli stessi schemi teorici che studiamo applicati<br />

all’apprendimento dei nostri studenti).<br />

Anche per me, che mi trovavo nella s<strong>it</strong>uazione sopra descr<strong>it</strong>ta, la cosa è andata più o meno in questo<br />

modo. In ver<strong>it</strong>à qualche esperienza di insegnamento in contesti extra-scolastici ce l’ho (mostre<br />

scientifiche, interventi sporadici in classi per percorsi di laboratorio, progetti di fisica a Mirabilandia…)<br />

e per tale motivo avevo anche alcune attese (pos<strong>it</strong>ive) riguardo la mia capac<strong>it</strong>à di “tenere una classe”, o<br />

anche di coinvolgere, o addir<strong>it</strong>tura di “sapermi spiegare” (!). Nonostante questo ero ben conscio che<br />

guidare una classe in un’esperienza extrascolastica di due ore è molto diverso dal seguirla in progetto di<br />

un mese e mezzo, scr<strong>it</strong>to, diretto e interpretato da te (per dirla come se fosse un film). Per questo i miei<br />

timori maggiori erano la gestione del tempo, la gestione del loro impegno, l’irrealizzabil<strong>it</strong>à del progetto<br />

come avrei voluto, il rischio di confusione che potevo creare, gli errori strettamente disciplinari che<br />

potevo<br />

commettere, essendo io un fisico e non un matematico. Debbo dire che in entrambi i casi<br />

(aspettative e timori) qualcosa si è verificato e qualcosa no. Ad esempio l’effetto trascinamentoche<br />

avrei<br />

desiderato è stato minore del previsto, mentre come mi aspettavo la classe si è comportata bene e<br />

r<strong>it</strong>engo<br />

si essere stato in grado di guidarla adeguatamente (spesso), del resto i ragazzi sono stati molto<br />

gentili<br />

e carini. Sono altresì stato soddisfatto del tentativo di gestione del loro impegno personale<br />

(comp<strong>it</strong>i)<br />

che temevo di non riuscire a preparare, ma non del risultato che ciò ha avuto (spesso non li<br />

hanno fatti). Non mi pare di aver commesso<br />

errori o di aver detto cose che generassero confusione,<br />

anche<br />

se come temevo un po’ di confusione si è avuta nella prima parte, specialmente in quanto forse le<br />

mie richieste non sono state a volte troppo chiare… Tutto ciò però r<strong>it</strong>engo faccia parte anche<br />

dell’esperienza che un insegnante si fa in corso d’opera, e del metro (temporale, di difficoltà, di<br />

chiarezza…) che si costruisce man mano che impara praticamente la professione.<br />

Scendendo per un attimo più sui dettagli del progetto, e confrontandomi con la prassi della<br />

programmazione usualmente segu<strong>it</strong>a (quella del libro di testo, ad esempio), complessivamente r<strong>it</strong>engo<br />

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