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Insegnamento e Apprendimento delle Coniche A049.pdf - Didattica.it

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Final<strong>it</strong>à dell’insegnamento della matematica<br />

Non è sicuramente questa la sede per una discussione e una trattazione estesa dell’immagine che<br />

possiedo e che r<strong>it</strong>engo di dover trasmettere della matematica ai miei studenti,<br />

né tantomeno del<br />

contributo che essa può dare alla formazione dell’ individuo: credo che potrei spendere fiumi di<br />

china sull’argomento (e già molti ne sono stati spesi), in quanto molti e molti aspetti andrebbero<br />

affrontati. Rimanderò quindi una elaborazione più approfond<strong>it</strong>a alla tesi: per ora mi lim<strong>it</strong>o a<br />

sintetizzare per sommi capi il mio pensiero in quanto segue.<br />

Premetto che, da fisico quale sono, la mia visione della matematica può essere differente da quella<br />

di un matematico. Credo tuttavia che “l’impronta fisica” non possa essere mascherata con<br />

semplic<strong>it</strong>à, e che in fin dei conti debba caratterizzare (e necessariamente<br />

lo farà) il mio<br />

insegnamento. R<strong>it</strong>engo in parte di conoscere i lim<strong>it</strong>i di ciò e i rischi che si corrono se il rapporto tra<br />

i due insegnamenti (fisica e matematica) non è ben calibrato e bilanciato (ricordo mi sto<br />

specializzando in Matematica e Fisica), ovvero, ad esempio, il rischio di dare una immagine troppo<br />

“ancillare” della matematica, per non dire strumentale. Spero non<br />

sarà il mio caso. Vorrei però<br />

sottolineare come spesso un “senso fisico” aiuti didatticamente nel<br />

facil<strong>it</strong>are l’apprendimento della<br />

matematica. Non che la matematica debba vivere del senso che le attribuiscono altre discipline,<br />

ci<br />

mancherebbe, dico però che l’immagine che rappresenta la matematica come linguaggio della<br />

fisica<br />

(per così dire la sua “sorella terrena”), la quale a sua volta non può esprimersi se non attraverso la<br />

matematica, è una chiave di lettura utilizzabile, almeno in un contesto didattico. Insomma: la fisica<br />

e la matematica debbono nutrirsi e giovarsi una dell’altra.<br />

Detto questo, e affrontando più precisamente l’argomento, r<strong>it</strong>engo che alla matematica si debba<br />

attribuire, specie in amb<strong>it</strong>o educativo, non tanto e non solo un ruolo e una funzione meramente<br />

esecutiva, applicativa e neppure una veste che punti meramente sulla “padronanza” di s<strong>it</strong>uazioni,<br />

procedure, concetti. Quello che la matematica può dire e può dare, specialmente in un liceo (e in un<br />

liceo classico!), ma credo in tutti gli ordini di scuola, è ben più profondo: è un senso e un significato<br />

culturale, di altissima impresa dell’intelletto umano, insieme a un senso di stupore per questa<br />

misteriosa legge inscr<strong>it</strong>ta nella natura. In un liceo in particolare r<strong>it</strong>engo addir<strong>it</strong>tura che ciò debba<br />

essere oggetto di esplic<strong>it</strong>a riflessione. La portata culturale deve emergere, ed è questo (anche<br />

questo) che giustifica lo sforzo impiegato dallo studente per il suo apprendimento più concreto e<br />

duro: senza capirla, senza studiarla, non si può capire il suo senso. Sotto questa luce il formalismo<br />

deve prendere luce da un lato dal significato che esso stesso<br />

esprime, dall’altro dalla bellezza e<br />

dall’eleganza<br />

che lo accompagna.<br />

Non<br />

bisogna altresì dimenticare, soprattutto in didattica (ma non solo) del carattere ludico della<br />

matematica,<br />

del suo essere ed essere stato per molti matematici, spesso anche un bellissimo gioco:<br />

del<br />

resto il gusto stesso del giocare è qualcosa di profondamente umano, a tutte le età. Di questa<br />

dimensione<br />

non bisogna, per così dire, vergognarsi come insegnanti, anzi mostrarla e utilizzare tutta<br />

forza<br />

e il vigore che può dare in termini di motivazione ad un giovane studente.<br />

Non starò a ribadire il concetto della estrema rilevanza, se non della central<strong>it</strong>à, della cultura<br />

scientifica nell’amb<strong>it</strong>o del pensiero moderno e più in generale<br />

della cultura umana di matrice<br />

occidentale, e quindi il problema della scissione<br />

tra cultura umanistica e scientifica e il ruolo<br />

marginale spesso dato a quest’ultima. In un liceo in particolare i valori di entrambe le “culture”<br />

dovrebbero essere integrati, collegati, per far sì che esse possano prendere e darsi l’un l’altro vigore<br />

esignificato.<br />

R<strong>it</strong>engo che solo in tale modo lo studio della matematica<br />

possa fornire al discente la capac<strong>it</strong>à di<br />

interpretare il mondo, di agire su di esso e gli possa permettere, insieme<br />

alle altre esperienze e<br />

conoscenze di cui viene via via in possesso,<br />

di conquistare quello spir<strong>it</strong>o cr<strong>it</strong>ico,<br />

e quella coscienza<br />

<strong>delle</strong> proprie potenzial<strong>it</strong>à intellettive, e del proprio<br />

status di essere responsabile.<br />

IV

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