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All'improvviso un temporale d'estate - di Valter ... - Nicola Saba

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Il l<strong>un</strong>edì mattina, all’ora che le è solita, Francesca De Stefani, piena <strong>di</strong><br />

apprensione, ma controllata nei movimenti e circospetta sotto <strong>un</strong>a parvenza<br />

<strong>di</strong> noia irritata impressa sul bel viso abbronzato dal sole invernale,<br />

mette <strong>di</strong> malavoglia piede negli uffici della <strong>di</strong>tta <strong>di</strong> import-export in cui<br />

lavora. Ma non può fare altrimenti, pensa depressa, non può non ripresentarsi<br />

in ufficio, se non vuole destare dei sospetti.<br />

“Tu qui?” esclama sbalor<strong>di</strong>to <strong>un</strong> collega piuttosto antipatico che incontra<br />

in corridoio. Ma quello subito si riprende dallo stupore. “Non mi<br />

aspettavo <strong>di</strong> vederti questa mattina” precisa subito in fretta, con <strong>un</strong> tono<br />

che vuole essere normale, e invece è spiccio e brusco. Mentre lei accenna<br />

a tirar <strong>di</strong>ritto, ad avviarsi senza indugio verso la sua stanza, il collega<br />

rimane piantato in mezzo al corridoio per chiederle, a <strong>di</strong>sagio e con <strong>un</strong><br />

sorrisino freddo e stentato: “Ma hai già finito le ferie? E come sono andate?”<br />

“Eh sì, sono già finite purtroppo. E come al solito sono davvero volate<br />

via. E’ sempre così con i giorni <strong>di</strong> ferie, non fanno in tempo a iniziare, che<br />

sono già terminati. Piuttosto, c’è stata qualche novità importante mentre<br />

ero in montagna?” chiede a sua volta Francesca con voce piana, decidendo<br />

all’improvviso <strong>di</strong> trattenersi con il collega e <strong>di</strong> accompagnarlo per<br />

<strong>un</strong> tratto <strong>di</strong> corridoio verso la stanza che quello occupa.<br />

D’<strong>un</strong> subito si è sentita pronta a sondare con cautela il terreno, anche<br />

se quel collega le è più decisamente antipatico <strong>di</strong> altri. Ostenta noncuranza,<br />

Francesca, ma nell’intimo è perplessa, tesa e guar<strong>di</strong>nga. E, mentre si<br />

fa aggiornare sulla situazione dell’ufficio, sta ben attenta anche a cogliere<br />

le più piccole sfumature nella voce <strong>di</strong> quell’altro.<br />

“Nulla <strong>di</strong> particolare, in definitiva, come ve<strong>di</strong>. Pura routine, la solita<br />

vita <strong>di</strong> sempre, insomma - osserva il collega dopo alc<strong>un</strong>e osservazioni<br />

banali e irrilevanti sulla vita dell’ufficio, e prosegue -. Per il lavoro, provvederà<br />

Masut ad aggiornarti domani sui tuoi nuovi compiti, oggi è in malattia.<br />

Anche il capo dei capi oggi non è in sede, aveva <strong>un</strong>o dei suoi soliti<br />

impegni <strong>di</strong> normale amministrazione nella sede <strong>di</strong> Ancona. Forse doveva<br />

passare anche per Chioggia. Gli hanno telefonato venerdì mattina e lui è<br />

partito subito. Se ci sarà la necessità che si fermi anche a Chioggia, ci<br />

preavviserà lui con <strong>un</strong>a telefonata.”<br />

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