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All'improvviso un temporale d'estate - di Valter ... - Nicola Saba

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Per <strong>un</strong> poco ancora in ufficio erano continuate le ricerche silenziose,<br />

ostinate e <strong>di</strong>screte del <strong>di</strong>schetto, ma senza alc<strong>un</strong> risultato. Poi, inaspettatamente,<br />

le possibili circostanze della sparizione erano venute a galla, e<br />

senza che Francesca De Stefani potesse minimamente sospettarlo.<br />

Uno degli impiegati che stava facendo <strong>un</strong>’ora <strong>di</strong> straor<strong>di</strong>nario, <strong>un</strong>o<br />

ignaro dell’attività occulta della <strong>di</strong>tta e che, con pochi altri, forniva involontariamente<br />

la copertura all’organizzazione, quando gli era stato chiesto<br />

<strong>di</strong> aggiornare alc<strong>un</strong>i file, aveva detto che tutto il lavoro <strong>di</strong> aggiornamento<br />

era stato già completato <strong>un</strong>a settimana prima dalla De Stefani.<br />

Certo che ne era sicuro, aveva riba<strong>di</strong>to ai dubbi e alle insistenze altrui.<br />

Ne era proprio sicuro, perché, aveva spiegato, la De Stefani, dopo aver<br />

brontolato in<strong>di</strong>spettita per i pochi computer a <strong>di</strong>sposizione e per la grande<br />

quantità <strong>di</strong> lavoro, e sempre quello più fasti<strong>di</strong>oso, che sempre ricadeva<br />

sulle sue spalle, e soltanto perché era <strong>un</strong>a donna, senza chiedere nulla a<br />

ness<strong>un</strong>o si era defilata ed era andata a lavorare nell’ufficio del contabile<br />

proprio il giorno in cui quello era partito per Ancona. E lui l’aveva vista in<br />

quella stanza. Ne era certo, certissimo. Per <strong>un</strong> puro caso, passando per il<br />

corridoio, attraverso la porta socchiusa l’aveva vista lavorare proprio in<br />

quell’ufficio.<br />

Ecco chi aveva il <strong>di</strong>schetto, aveva subito pensato il capo non appena<br />

gli era stata riferita quell’informazione inattesa e insperata, e la De Stefani,<br />

che lo aveva preso, fosse pure per sbaglio o per <strong>un</strong> colpo <strong>di</strong> fort<strong>un</strong>a, era<br />

sicuramente a conoscenza <strong>di</strong> qualcosa, perché non lo aveva rimesso al<br />

suo posto e neppure lo aveva restituito subito. A meno che, aveva anche<br />

pensato con improvviso sbigottimento, quella non fosse <strong>un</strong>’infiltrata a caccia<br />

<strong>di</strong> prove con cui incastrare l’organizzazione. Com<strong>un</strong>que stesse la faccenda,<br />

quella aveva <strong>di</strong> sicuro la coscienza sporca e ormai doveva ben<br />

sapere cosa era registrato nel <strong>di</strong>schetto. E, logicamente, intendeva in qualche<br />

modo servirsene. Strano anzi che non lo avesse già fatto.<br />

Il capo aveva or<strong>di</strong>nato che si dessero subito da fare, che sistemassero<br />

<strong>un</strong>a volta per tutte la donna e chiudessero definitivamente la faccenda<br />

recuperando il <strong>di</strong>schetto.<br />

Ma, aveva detto mortificato e impaurito chi aveva riferito al capo<br />

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