All'improvviso un temporale d'estate - di Valter ... - Nicola Saba
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aperto, e poi, mentre il treno comincia a muoversi, dal finestrino risponde<br />
con ampi gesti <strong>di</strong> saluto al saluto <strong>di</strong> Letizia.<br />
Si sono salutati proprio come <strong>un</strong>a vecchia coppia, viene da pensare a<br />
Letizia, mentre <strong>di</strong> malavoglia si avvia per scendere nel sottopassaggio e<br />
uscire dalla stazione. E ora sente che le ha fatto molto piacere incontrare<br />
<strong>di</strong> nuovo Umberto, e le <strong>di</strong>spiace pensare che la ragione <strong>di</strong> quell’app<strong>un</strong>tamento<br />
vada imputata a <strong>un</strong> motivo estraneo a loro due e del tutto contingente,<br />
ma non importa, se le ha dato motivo <strong>di</strong> rivederlo, conclude rasserenata.<br />
Dalla stazione Letizia si reca <strong>di</strong>rettamente in ospedale. Non è certo la<br />
prima volta che la vedono arrivare in bicicletta, e <strong>di</strong> sicuro non sarà l’ultima,<br />
pensa.<br />
Ritorna più che volentieri, dopo quella pausa brevissima e strana, all’attività<br />
che ama e che subito assorbe tutta la sua attenzione. La soluzione<br />
dei misteri della lettera <strong>di</strong> Francesca può attendere qualche giorno<br />
ancora. Del resto, nei giorni successivi non le rimane quasi mai il tempo <strong>di</strong><br />
pensare volontariamente, con calma e coerenza, alla lettera <strong>di</strong> Francesca,<br />
e quando si trova a pensare al ritorno <strong>di</strong> Umberto, non accade certamente<br />
soltanto perché è mossa dal desiderio che quella faccenda inquietante<br />
venga risolta.<br />
Intanto cerca <strong>di</strong> de<strong>di</strong>carsi con la massima cura al suo lavoro, e così le<br />
riesce più lieve lo sforzo <strong>di</strong> allontanare il ricorrere autonomo del pensiero<br />
a quella faccenda tanto strana e intricata, che a l<strong>un</strong>go l’ha turbata. Alla<br />
fine conclude con fermezza che ci penserà per davvero solamente quando<br />
Umberto sarà tornato a casa.<br />
Nel frattempo anche Umberto, a Roma, è oberato <strong>di</strong> impegni, e <strong>di</strong><br />
sicuro non gli resta il tempo <strong>di</strong> pensare alla lettera <strong>di</strong> Francesca.<br />
Mentre il treno lo portava verso la sua destinazione, dopo aver allontanato<br />
a fatica pensiero e desideri da Letizia, aveva pensato che era <strong>un</strong>a<br />
lettera indubbiamente strana, ma anche, come già gli era sembrato <strong>di</strong><br />
primo acchito, che quella lettera sembrava non contenere rivelazioni particolari.<br />
Se ne sentiva abbastanza certo. Gli era sembrata e ancora gli<br />
sembrava il frutto momentaneo <strong>di</strong> <strong>un</strong> eccesso <strong>di</strong> malinconia, e forse anche<br />
<strong>di</strong> <strong>un</strong> regresso nostalgico ai tempi sereni e beati della fanciullezza.<br />
Sentimenti indotti probabilmente dal ritorno alle <strong>di</strong>sagevoli con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />
<strong>un</strong>a vita vissuta troppo a l<strong>un</strong>go nella solitu<strong>di</strong>ne e lontana dagli affetti.<br />
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