All'improvviso un temporale d'estate - di Valter ... - Nicola Saba
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za, ma con gli occhi che brillano -, ti confesso che mi sono già stancato <strong>di</strong><br />
fare <strong>di</strong>scesa. Mi succede sempre così. Dopo qualche giorno mi passa la<br />
frenesia dei primi momenti e mi annoio a salire e scendere tutto il santo<br />
giorno, avanti e in<strong>di</strong>etro, avanti e in<strong>di</strong>etro. Alla fine anche lo sci, per quanto<br />
possa piacere, e molto, può <strong>di</strong>ventare <strong>un</strong>a faccenda noiosa, soprattutto<br />
quando si scia per troppe ore e da soli.”<br />
“Non posso darti certamente torto. Capita anche a me” si interpone<br />
Letizia.<br />
“Per domani voglio godermi <strong>un</strong>a giornata <strong>di</strong> piena tranquillità - riprende<br />
Umberto -. E allora, se ti va, posso passare a prenderti in mattinata e<br />
ce ne an<strong>di</strong>amo insieme all’anello <strong>di</strong> pattinaggio <strong>di</strong> Reiperting. Non ho voglia<br />
<strong>di</strong> scendere a Br<strong>un</strong>ico, allo Sta<strong>di</strong>o del Ghiaccio, mi va <strong>di</strong> stare fuori,<br />
all’aria aperta, <strong>di</strong> pattinare, certamente, ma anche <strong>di</strong> crogiolarmi al sole.<br />
In fondo, comincio a pensare che le vacanze sono fatte anche per riposare,<br />
non solo per fare <strong>di</strong>scesa e faticare sulle piste.”<br />
“Ma io non posso camminare a l<strong>un</strong>go con questa ingessatura. Ti sarei<br />
soltanto d’impaccio” obietta Letizia, che però si sente già tentare dall’allettante<br />
proposta <strong>di</strong> Umberto.<br />
“E io mi organizzo. In questo sono bravo e mi so <strong>di</strong>simpegnare molto<br />
bene. Prima passo a prenderti con la mia automobile. Poi, mentre tu mi<br />
aspetti comodamente seduta, vado a noleggiare <strong>un</strong>o slittino, tu ti ci accomo<strong>di</strong><br />
e io ti porto a spasso sulla neve. Così eviterai <strong>di</strong> camminare troppo a<br />
l<strong>un</strong>go” conclude Umberto, facendola sorridere.<br />
A questo p<strong>un</strong>to Letizia, meno avvilita e scoraggiata, comincia a sciogliersi<br />
e a partecipare con <strong>un</strong> caldo sorriso allo scherzo. “Certo, poi mi<br />
metterai il bavaglino, mi darai il latte con il biberon e infine <strong>un</strong>a bambola<br />
per giocare, oppure mi canterai la ninna nanna per farmi addormentare, e<br />
così non ti <strong>di</strong>sturberò e non ti sarò d’impaccio.”<br />
“E tu, naturalmente, mi ricambierai il favore, quando sarà. Se mi ammalassi,<br />
mi visiteresti gratis. Anzi, perché non facciamo come quando<br />
eravamo bambini e giochiamo com<strong>un</strong>que al dottore?”<br />
“Sì, certo, però da noi, in ospedale, c’è <strong>un</strong>a regola ferrea: solamente<br />
se ti metti a vagire <strong>di</strong>sperato, io posso visitarti. L’etica professionale, mio<br />
caro, lo impone. Non voglio certamente rubare il lavoro ai miei colleghi<br />
specializzati in gerontologia.”<br />
“Non ti vergogni vero, se mi metto a vagire qui, <strong>di</strong>speratamente e<br />
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