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All'improvviso un temporale d'estate - di Valter ... - Nicola Saba

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subito? Promettimi che non ti sentirai a <strong>di</strong>sagio.” E Umberto già spalanca<br />

la bocca per farlo.<br />

“Non essere sciocco!” esclama precipitosamente Letizia, e si apre <strong>di</strong><br />

nuovo al sorriso.<br />

Hanno centellinato <strong>un</strong> secondo bicchierino <strong>di</strong> liquore al mirtillo e ness<strong>un</strong>o<br />

dei due manifesta ancora il minimo desiderio <strong>di</strong> lasciare il ristorante<br />

per andarsi a isolare in <strong>un</strong>a stanza <strong>di</strong> garni. Ma l’ora si è fatta piuttosto<br />

tarda e il peso della giornata si fa sentire. Letizia, con gli occhi illangui<strong>di</strong>ti<br />

dal sonno, cerca invano <strong>di</strong> soffocare <strong>un</strong> piccolo, delizioso sba<strong>di</strong>glio. “Scusami<br />

- gli <strong>di</strong>ce -, non mi sto annoiando, ma comincio ad avere veramente<br />

tanto sonno. In ospedale, si sa, è quasi impossibile dormire.” Anche se a<br />

malincuore, Umberto si alza subito e aiuta Letizia ad alzarsi dalla se<strong>di</strong>a,<br />

l’aiuta poi a infilare la pelliccia e al suo fianco esce a passo lento dal<br />

ristorante nella notte serena e fred<strong>di</strong>ssima.<br />

E’ ormai notte fonda e le strade sono pressoché deserte. Grossi cristalli<br />

<strong>di</strong> brina incrostano le piante e brillano alla luce dei lampioni. Il freddo<br />

intenso condensa le loro poche parole in piccole nuvolette. Letizia procede<br />

con lentezza per l’ingessatura alla caviglia, Umberto le offre il braccio<br />

cui appoggiarsi per farla camminare più agevolmente e la riaccompagna<br />

passo passo alla porta del garni.<br />

E’ venuto il momento <strong>di</strong> lasciarla e Umberto sente il desiderio <strong>di</strong> confermare<br />

il loro app<strong>un</strong>tamento per l’indomani. “A che ora passo a prenderti<br />

domani mattina?” le chiede deciso.<br />

Letizia tenta <strong>di</strong> opporre <strong>un</strong>’ultima, debole obiezione: “Guarda però<br />

che ti sarò soltanto d’impaccio…” comincia a <strong>di</strong>re.<br />

“Ma niente affatto – la interrompe Umberto -. Lo sai che mi piace<br />

molto stare in tua compagnia. Dai, a che ora passo a prenderti?”<br />

“Dopo colazione, verso le <strong>di</strong>eci e mezza. Ma...”<br />

“Niente ma. Bene. E ora posso salire per metterti a nanna e darti il<br />

bacino della buona notte, dopo averti rimboccato con cura il piumino?”<br />

“Non fare lo sciocco. Ciao, buona notte. A domani” sussurra Letizia<br />

con <strong>un</strong> sorriso, e apre riluttante la porta.<br />

“Buona notte Letizia, dormi bene. Alle <strong>di</strong>eci e mezza allora. A domani”<br />

<strong>di</strong>ce infine Umberto, ma non vorrebbe proprio lasciarla andare.<br />

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