All'improvviso un temporale d'estate - di Valter ... - Nicola Saba
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l’informazione e ricevuto gli or<strong>di</strong>ni, poteva essere ormai troppo tar<strong>di</strong> per<br />
affrontare subito la De Stefani, per farle sputare il <strong>di</strong>schetto a bastonate e<br />
metterla a tacere per sempre. Purtroppo, aveva aggi<strong>un</strong>to come penosa<br />
spiegazione, non più tar<strong>di</strong> <strong>di</strong> due ore prima, alla fine della giornata <strong>di</strong> lavoro,<br />
la De Stefani aveva già iniziato le ferie.<br />
Con <strong>un</strong>a bestemmia rabbiosa il capo aveva gridato con voce roca e<br />
inferocita <strong>di</strong> trovare lo stesso e imme<strong>di</strong>atamente quella puttana, ov<strong>un</strong>que<br />
fosse andata a finire, anche se si fosse cacciata in capo al mondo, e <strong>di</strong><br />
eliminarla subito, <strong>di</strong> farla sparire per sempre dalla faccia della terra, dopo<br />
aver recuperato quel cazzo <strong>di</strong> <strong>di</strong>schetto.<br />
Imme<strong>di</strong>atamente l’avevano cercata a casa, ma al citofono non aveva<br />
risposto ness<strong>un</strong>o, quando avevano mandato <strong>un</strong> uomo a suonare alla porta<br />
<strong>di</strong> casa, con <strong>un</strong> pretesto plausibile a farsi aprire.<br />
E però il capo, messo subito al corrente dell’intoppo imprevisto, aveva<br />
dato or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> continuare a tenere com<strong>un</strong>que sotto stretta sorveglianza<br />
l’appartamento, caso mai quella puttana non fosse ancora partita e avesse<br />
fatto ritorno a casa. Intanto dovevano cercare in ogni modo <strong>di</strong> sapere<br />
dove quella aveva intenzione <strong>di</strong> trascorrere il suo fottuto periodo <strong>di</strong> ferie,<br />
per raggi<strong>un</strong>gerla dov<strong>un</strong>que fosse andata, se era già partita.<br />
Poco dopo aver dato il cambio all’uomo che aveva trascorso la serata<br />
e la maggior parte della l<strong>un</strong>ga notte in strada, chi stava a sorvegliare il<br />
condominio dove abitava Francesca De Stefani l’aveva vista arrivare al<br />
mattino prestissimo, che era ancora quasi buio. L’aveva vista inchiodare<br />
l’auto sotto casa, smontarne velocemente per entrare nel caseggiato e<br />
uscirne quasi subito dopo <strong>di</strong> gran fretta con <strong>un</strong>a valigia in mano e <strong>un</strong>a<br />
sacca in spalla e ripartire senz’altro con l’automobile.<br />
Dopo che Francesca era scesa in tutta fretta dall’automobile, l’uomo<br />
che in quel momento teneva sotto sorveglianza l’appartamento aveva<br />
deciso <strong>di</strong> non affrontarla subito. Nonostante l’impazienza <strong>di</strong> concludere<br />
tutta la faccenda, gli era sembrato opport<strong>un</strong>o attendere per <strong>un</strong> paio <strong>di</strong><br />
minuti almeno, seduto e defilato nella propria auto, che quella aprisse le<br />
porte ed entrasse, prima <strong>di</strong> muoversi per affrontarla dentro casa e agire<br />
così al riparo da occhi curiosi. Ma quando inaspettatamente Francesca<br />
era prestissimo ricomparsa in strada, il sicario, allibito, non aveva fatto<br />
nemmeno in tempo a scendere dall’automobile per raggi<strong>un</strong>gerla, che lei<br />
aveva già gettato valigia e sacca sul se<strong>di</strong>le posteriore ed era ripartita.<br />
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