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All'improvviso un temporale d'estate - di Valter ... - Nicola Saba

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ente e iracondo da quella situazione paradossale - quando è così irritato<br />

lo stomaco si rivolge a tutti, in<strong>di</strong>fferentemente, con il lei più ironico e<br />

scostante -, e si porti via anche il bicchiere, e magari lo accompagni anche<br />

a <strong>un</strong>a bottiglia <strong>di</strong> quello buono e vada a ubriacarsi da qualche altra<br />

parte. Se lo facesse, e subito, se balzasse in pie<strong>di</strong> imme<strong>di</strong>atamente, seduta<br />

stante, e si togliesse <strong>di</strong> mezzo, avrebbe tutta la sua gastrica comprensione.<br />

E intanto, per alleviare l’attesa agonica altrui con la vaga speranza<br />

<strong>di</strong> <strong>un</strong>a prossima andata, beva almeno quel bicchiere e finisca almeno <strong>di</strong><br />

leggere quel suo maledettissimo foglio <strong>di</strong> lettera, o che altro è.<br />

Semianalfabeta <strong>di</strong> ritorno, che dopo così tanto tempo non è ancora riuscita<br />

a finire <strong>di</strong> leggerlo.<br />

La gentile signora non demorde però, continua a stare seduta ed è<br />

insensibile anche alle molteplici imprecazioni silenziose, che rapidamente<br />

si addensano e gravano minacciose sul suo capo come nere nubi<br />

<strong>temporale</strong>sche. Umberto Ferrari, che non sa decidersi a chiederle se può<br />

accomodarsi al suo tavolo, non vuole nemmeno abbandonare troppo presto<br />

e del tutto ogni speranza, seppure illusoria, che quella se ne vada<br />

quanto prima e più o meno spontaneamente. Già pensa che per far<br />

smammare al più presto la gentile signora non sarebbe forse inopport<strong>un</strong>o<br />

fare ricorso anche alle arti magiche, alla magia nera, a sortilegi perniciosi<br />

e gravi<strong>di</strong> <strong>di</strong> pericolo, a stregonerie nocive e potenti, a fatture orrende e<br />

mici<strong>di</strong>ali, alle più efficaci e antiche formule <strong>di</strong> scongiuro, al vudù.<br />

E però alla fine qualc<strong>un</strong>a <strong>di</strong> quelle paurose intimidazioni deve aver<br />

f<strong>un</strong>zionato. Posta <strong>di</strong> fronte alla concreta minaccia <strong>di</strong> <strong>un</strong> sinistro e catastrofico<br />

ricorso al soprannaturale più pernicioso e alla potenza irresistibile<br />

<strong>di</strong> forze occulte, anche quella statua <strong>di</strong> sale ha fatto <strong>un</strong> breve e inatteso<br />

movimento. Non certo il movimento che Umberto Ferrari sperava e attendeva,<br />

e che forse sperano e attendono altri avventori entrati dopo <strong>di</strong> lui<br />

e che sembrano intenzionati a fermarsi per cenare, almeno interpretando<br />

in tal senso il rapido e deluso investigare dei loro occhi per tutta la sala.<br />

La lettrice inamovibile, solitaria e inappetente non ha bevuto il vino,<br />

non si è alzata dal posto, non ha abbandonato il tavolo, ha soltanto alzato<br />

gli occhi dal foglio e ora ha lo sguardo perso nel vuoto. Ma ben presto si<br />

muove <strong>di</strong> nuovo, gira <strong>di</strong> lato la testa, abbassa gli occhi, fruga nervosamente<br />

nella borsa che le sta al fianco e ne tira fuori <strong>un</strong>a busta da lettere<br />

bianca e <strong>un</strong>a penna. Appoggia con decisione il tutto sul piano del tavolo ed<br />

20

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