All'improvviso un temporale d'estate - di Valter ... - Nicola Saba
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Qualcosa allora risveglia in lui <strong>un</strong> ricordo. In quella ragazza, che ora<br />
ha potuto vedere <strong>un</strong> poco meglio della volta precedente, c’è qualcosa <strong>di</strong><br />
noto che risveglia <strong>un</strong>a sensazione vaga, ma decisa, <strong>di</strong> familiarità. Ne è<br />
certo, l’ha già vista altrove, ma dove e quando mai l’ha vista? Si chiede<br />
perplesso. Un paio <strong>di</strong> tentativi <strong>di</strong> riconoscimento vanno a vuoto, ma non<br />
appena prova a immaginarla senza il berretto <strong>di</strong> lana calato fin sulle sopracciglia<br />
e senza occhiali da sci, la sua mente d’istinto associa l’immagine<br />
della sciatrice sconosciuta a quella <strong>di</strong> Letizia De Stefani.<br />
Nel frattempo la pres<strong>un</strong>ta Letizia De Stefani e il suo compagno <strong>di</strong><br />
gara sono già spariti in fondo al breve tratto rettilineo della <strong>di</strong>scesa e,<br />
correndo a quella velocità, <strong>di</strong> sicuro ormai si trovano ben oltre le curve in<br />
mezzo agli alberi che più sotto impe<strong>di</strong>scono <strong>di</strong> vedere la pista.<br />
Senza pensare alla stanchezza che prima lo ha convinto a chiudere la<br />
giornata sciistica e ora a sostare al bordo della pista, Umberto si butta a<br />
seguirla, ma <strong>un</strong> leggero bruciore alle ginocchia lo avvisa imme<strong>di</strong>atamente<br />
che ha sciato anche troppo e per troppe ore, e si ferma subito. Non è<br />
certo il caso, si ammonisce, <strong>di</strong> avventurarsi alla spericolata sulla neve, a<br />
tratti crostosa e resa più dura dall’ora pomeri<strong>di</strong>ana ben avanzata e, in<br />
certi p<strong>un</strong>ti, profondamente segnata dal passaggio <strong>di</strong> tanti sciatori, anche<br />
da quelli che hanno chiuso la giornata e sono già scesi a valle.<br />
Umberto si è reso subito conto che è meglio desistere imme<strong>di</strong>atamente<br />
dall’inseguimento, perché stanchezza e <strong>di</strong>scesa non vanno per nulla<br />
d’accordo, <strong>un</strong> incidente può sempre essere <strong>di</strong>etro l’angolo ed è ben<br />
poco intelligente chi si azzarda a correre rischi inutili, soprattutto a fine<br />
giornata, quando, con i muscoli stanchi, le fratture sono molto più facili.<br />
“Non essere stupido!” si ammonisce ancora <strong>un</strong>a volta e a mezza<br />
voce, <strong>di</strong> nuovo fermo sul bordo della pista e <strong>un</strong> poco ansante. E si mette a<br />
considerare che non era veramente sicuro che si trattasse <strong>di</strong> Letizia, e poi<br />
che quella correva troppo forte, e che non l’avrebbe raggi<strong>un</strong>ta più, <strong>di</strong><br />
certo, e che, se Letizia si trovava in zona, <strong>un</strong> momento o l’altro <strong>di</strong> sicuro<br />
l’avrebbe ritrovata. Del resto, le aveva mai telefonato quando era a casa?<br />
Non importa se aveva sempre troppo poco tempo, <strong>un</strong>a telefonata almeno<br />
avrebbe ben potuto farla com<strong>un</strong>que, visto che si erano anche scambiati i<br />
numeri del telefono <strong>di</strong> casa. E adesso che cosa lo aveva preso? Cosa<br />
erano queste smanie? Era meglio che non facesse stupidaggini, piuttosto.<br />
Anzi, era il caso che non affrontasse nemmeno la seconda parte della<br />
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