All'improvviso un temporale d'estate - di Valter ... - Nicola Saba
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cile. Mi sembrava <strong>di</strong> averti riconosciuto sulla pista che porta dal Kronplatz<br />
qui a valle, a fine giornata, ma non ne ero certo. Poi però non ti ho più<br />
rivisto, nemmeno <strong>di</strong> sfuggita o <strong>di</strong> lontano, e ormai ero sicuro <strong>di</strong> essermi<br />
penosamente sbagliato. E invece no, eri proprio tu. Non è vero?” conclude<br />
con <strong>un</strong> caldo sorriso.<br />
“Forse sì. E lo credo che tu non mi abbia più rivisto, purtroppo! Sapessi<br />
che cosa mi è accaduto! Sono stata per quattro giorni in ospedale a<br />
Br<strong>un</strong>ico per accertamenti. Sono stata <strong>di</strong>messa appena questa mattina sul<br />
tar<strong>di</strong>, e con <strong>un</strong>a caviglia ingessata.”<br />
“Ma cosa mai ti è successo? Dimmi!” la sollecita impensierito, premuroso<br />
e partecipe.<br />
“Un brutto incidente in pista” <strong>di</strong>ce lei con voce <strong>un</strong> poco stizzita.<br />
“Ma come è potuto accadere, visto che te la cavi molto bene con gli<br />
sci?” chiede perplesso.<br />
“E’ successo tutto quattro giorni fa. Quella mattina, mentre mi preparavo<br />
a uscire dalla camera per scendere a fare colazione, mia sorella<br />
Francesca è passata in garni per <strong>un</strong> rapido saluto e per consegnarmi il suo<br />
regalo per il mio compleanno.”<br />
Una sorella, pensa Umberto incuriosito, vorrebbe chiedere notizie,<br />
ma non vuole interromperla.<br />
“Lei voleva trattenersi solo pochi minuti, perché aveva fretta <strong>di</strong> raggi<strong>un</strong>gere<br />
il suo ragazzo a Bressanone, ma sono riuscita a convincerla a<br />
fare almeno colazione con me. Ero felice <strong>di</strong> vederla così piena <strong>di</strong> vita,<br />
eccitata, raggiante. Ci ve<strong>di</strong>amo piuttosto raramente da quando è andata a<br />
lavorare a Trieste. Subito dopo lei se ne è scappata via <strong>di</strong> corsa e io sono<br />
salita sul Plan più tar<strong>di</strong> del solito. Ecco perché, contrariamente alle mie<br />
abitu<strong>di</strong>ni, ho continuato a sciare fino a pomeriggio inoltrato. Quando ho<br />
deciso <strong>di</strong> smettere, la luce cominciava a scarseggiare e io volevo arrivare<br />
al più presto abbasso. Data l’ora, per scendere forse potevo anche scegliere<br />
la Herrnegg, ma quando ci ho pensato ero ormai all’inizio della<br />
Sylvester. Senza perdere tempo ho imboccato la pista e ho cominciato a<br />
scendere velocemente.”<br />
“Deve essere stato allora che ti ho visto passare - si interpone Umberto -, in<br />
effetti, se eri tu quella che ho visto io, andavi piuttosto forte.”<br />
“Sulla pista davanti a me non c’era ness<strong>un</strong>o e così ho lasciato correre<br />
gli sci senza preoccupazioni. Poi però, all’improvviso, con la coda dell’oc-<br />
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