All'improvviso un temporale d'estate - di Valter ... - Nicola Saba
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mente avvolto nella plastica, ed è sigillato con il nastro adesivo. Lo gira e<br />
lo rigira. Lo guarda perplessa e quasi delusa, anche se il ritrovamento ha<br />
confermato le ipotesi formulate il giorno prima. Ma l’esitazione dura pochissimo.<br />
Lacera l’involucro con mani febbrili e trova i due <strong>di</strong>schetti da<br />
computer. Alza gli occhi perplessa su Umberto, e negli occhi <strong>di</strong> lui vede<br />
riflessa la propria curiosità, e anche l’urgenza <strong>di</strong> sapere subito. Ma suo<br />
padre non possiede <strong>un</strong> computer, e, anche se lo possedesse, sarebbero<br />
troppe le domande dei genitori, della mamma in particolare. Ma non erano<br />
forse venuti a Venezia per fare <strong>un</strong>a tranquilla passeggiata? E ora, con<br />
<strong>un</strong>a giornata così bella, che cosa si mettono a trafficare con il computer,<br />
invece <strong>di</strong> uscire? Chiederebbe perplessa.<br />
Subito dopo, per rendere plausibile quanto ha detto a papà e per celare<br />
la vera ragione della visita al magazzino, Letizia apre il portone che dà<br />
sul rio e fa salire Umberto in barca. Ora però che hanno raggi<strong>un</strong>to la<br />
meta tutti e due hanno più fretta <strong>di</strong> prima. Si trattengono ancora <strong>un</strong> paio <strong>di</strong><br />
minuti nel magazzino dalle pareti coperte qua e là <strong>di</strong> salnitro, poi rientrano<br />
nell’appartamento.<br />
Umberto si complimenta vivamente con papà Alvise per la sua bellissima<br />
e curatissima barca, assolutamente perfetta, aggi<strong>un</strong>ge, e per la facilità<br />
con cui si può salire a bordo, per fare <strong>un</strong> giro in lag<strong>un</strong>a, è ovvio.<br />
“Oh, ancora adesso mi faccio i miei bei giri in lag<strong>un</strong>a, ma c’è sempre<br />
meno sod<strong>di</strong>sfazione. Nonostante le or<strong>di</strong>nanze, non c’è più <strong>un</strong> minimo <strong>di</strong><br />
educazione in acqua. Corrono tutti come matti, con quei motori puzzolenti<br />
e rumorosi. Soprattutto quei motoristi della domenica, che si mettono a<br />
correre nei canali della lag<strong>un</strong>a così come sono abituati a correre in autostrada.<br />
Ma <strong>un</strong>a barca non è <strong>un</strong>’automobile” lamenta, e intanto scuote la<br />
testa sconsolato.<br />
“Ma, e i limiti <strong>di</strong> velocità? E i controlli con il radartachimetro non<br />
hanno dato qualche risultato? Non hanno avuto l’effetto <strong>di</strong> calmare almeno<br />
<strong>un</strong> poco i più in<strong>di</strong>sciplinati?” chiede Umberto.<br />
“Radartachimetro, telelaser, e chi ci bada? Da qualche parte, in certi<br />
canali, anche controllano, e fermano pure qualche barca, ma per il resto<br />
in generale continua a essere il far west, e così ci sono gli incidenti, e<br />
anche qualche morto.”<br />
La mamma, che intanto è riuscita a superare il momentaneo abbatti-<br />
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