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All'improvviso un temporale d'estate - di Valter ... - Nicola Saba

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“Bene, allora. Ness<strong>un</strong>a nuova, buona nuova, come si usa <strong>di</strong>re. Ma<br />

allora, quando ti ho telefonato, che cosa ti preoccupava?” le chiede premuroso<br />

e perplesso, mentre attendono in pie<strong>di</strong> davanti al bancone che<br />

vengano serviti i calici <strong>di</strong> prosecco che entrambi hanno or<strong>di</strong>nato.<br />

“Proprio il giorno in cui mi hai telefonato mi era tornato in mente,<br />

senza <strong>un</strong>a ragione specifica, <strong>un</strong> fatto strano, accadutomi dopo la morte <strong>di</strong><br />

mia sorella e che mi aveva lasciata per qualche giorno perplessa e preoccupata.<br />

E’ successo <strong>un</strong> mese circa dopo il f<strong>un</strong>erale. Lo ricordo bene,<br />

perché era ancora carnevale.<br />

“Quel tardo pomeriggio mi trovavo a Venezia e stavo andando a casa<br />

dei miei genitori per dare e cercare consolazione. Mi trovavo sul Ponte<br />

dell’Accademia, quando mi è sembrato <strong>di</strong> essere seguita a <strong>un</strong>a certa <strong>di</strong>stanza<br />

da <strong>un</strong> uomo che indossava tricorno, bauta e tabarro. Era da solo e<br />

vestito tutto <strong>di</strong> nero, da fare impressione. Era davvero inquietante. Sembrava<br />

quasi che quello mi seguisse, perché lo avevo già visto ai Tre Ponti<br />

e in Campo S. Margherita. Mi ha fatto pensare che spiasse con <strong>di</strong>screzione<br />

le mie mosse, tentando <strong>di</strong> non farsi scorgere. Ma non è accaduto nulla.<br />

A <strong>un</strong> certo momento, e senza che me ne accorgessi, quando sono stata in<br />

Campo S. Angelo e mi sono voltata ancora <strong>un</strong>a volta per controllare,<br />

quello era già sparito.<br />

“Dopo quella volta, devo anche precisare, non ho più avuto la sensazione<br />

<strong>di</strong> essere seguita, fino a pochi giorni fa, quando, ma non so in<strong>di</strong>care<br />

<strong>un</strong>a ragione precisa, ho cominciato a provarla <strong>di</strong> nuovo.”<br />

“Perché ti meravigli <strong>di</strong> <strong>un</strong>a persona mascherata? Venezia è ormai<br />

<strong>un</strong>o dei luoghi deputati del carnevale. E forse era <strong>un</strong>o che per caso percorreva<br />

la tua stessa strada, e senza fretta magari. E poi, <strong>di</strong>ciamolo pure<br />

a voce alta, tu sei <strong>un</strong>a gran bella ragazza. Una donna affascinante. Cosa<br />

c’è <strong>di</strong> strano nel fatto che <strong>un</strong> uomo si metta a seguirti per strada?”<br />

“Di solito non si limitano a seguirti, e magari defilandosi <strong>di</strong> continuo,<br />

come mi sembrava facesse quello. Di solito cercano <strong>di</strong> attaccar <strong>di</strong>scorso,<br />

anche se tu fai <strong>di</strong> tutto per ignorarli e prosegui decisa per la tua strada<br />

senza rispondere alle avance.”<br />

“Sarà stato <strong>un</strong> timido.”<br />

“Sarà pure stato <strong>un</strong> timido, ma allora lo è stato anche troppo a l<strong>un</strong>go,<br />

secondo me.”<br />

“Oserei <strong>di</strong>re che ne sei quasi delusa” <strong>di</strong>ce Umberto ridacchiando, ma<br />

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