All'improvviso un temporale d'estate - di Valter ... - Nicola Saba
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modo <strong>di</strong> riposare <strong>un</strong> poco in treno. Tu, non lo so...”<br />
“No, no, ti prego, continuiamo” esclama Letizia.<br />
“Proviamo a riesaminare la lettera, allora. D<strong>un</strong>que, ve<strong>di</strong>amo cosa c’è<br />
scritto. Allora, i preliminari non mi suggeriscono nulla <strong>di</strong> nuovo, ci colgo<br />
ancora <strong>un</strong>a volta la volontà <strong>di</strong> attirare l’attenzione sulla lettera stessa,<br />
nulla <strong>di</strong> più. Poi seguono espressioni <strong>di</strong> malinconia e ricordo. Qui però<br />
scrive ‘nascondere piccoli oggetti e lasciare messaggi segreti nel posto<br />
segreto’, e poi ancora ‘giocare ancora con te nella casa <strong>di</strong> mamma e<br />
papà e raccontarti i miei segreti’. Guarda come e quanto insiste sulla<br />
parola segreto. Mi sa che non vuole parlare affatto <strong>di</strong> giochi d’infanzia.<br />
Forse allude ad altro, nel senso che, se parla <strong>di</strong> giochi d’infanzia, lo fa<br />
come pura e semplice in<strong>di</strong>cazione, per non <strong>di</strong>re apertamente quello che<br />
vuole <strong>di</strong>re. Parla <strong>di</strong> allora, ma per alludere con precisione ad altro, a oggi.<br />
E infine scrive ‘come ci <strong>di</strong>vertivamo’, dove quel ‘come’ può significare<br />
‘quanto’, ma può anche significare ‘in qual modo’ vi <strong>di</strong>vertivate. Anzi, <strong>di</strong>rei<br />
che nel contesto della lettera questo secondo significato mi convince <strong>di</strong> più.”<br />
Umberto abbandona <strong>di</strong> nuovo la lettera sul tavolino e si appoggia allo<br />
schienale della poltrona con lo sguardo perso nel vuoto. “Messaggi segreti,<br />
posto segreto, piccoli oggetti, casa dei genitori” <strong>di</strong>ce e ripete Umberto<br />
assorto e quasi mormorando. Poi all’improvviso si riscuote. “Forse ci sono<br />
- esclama infervorato -. Vuoi vedere che è proprio così... Ma è possibile?<br />
Certo che lo è, e al novantanove per cento!”<br />
Letizia lo guarda attenta, mentre <strong>un</strong>’espressione interrogativa affiora<br />
sul suo volto, ma non gli chiede nulla.<br />
Umberto ora la fissa negli occhi e continua: “Francesca può essere<br />
venuta da Trieste non per consegnare qualcosa a qualc<strong>un</strong>o, ma per correre<br />
a nascondere qualcosa a casa dei tuoi genitori, in quel vostro posto<br />
segreto. Non te lo <strong>di</strong>ce apertamente, ma vi allude, e insiste anche, per<br />
fartelo capire. E deve trattarsi <strong>di</strong> <strong>un</strong>a cosa molto, ma molto importante in<br />
cui deve essersi imbattuta all’improvviso e che riguarda il suo lavoro ‘così<br />
sorprendente, a volte’, come scrive. Una cosa che aveva appena trovato,<br />
ma che non voleva tenere con sé. Era <strong>un</strong>a cosa <strong>di</strong> cui voleva sbarazzarsi<br />
subito, e però voleva anche metterla in <strong>un</strong> posto sicuro. Solo così, secondo<br />
me, si spiegano le sue parole, il suo strano modo <strong>di</strong> agire e la sua<br />
urgenza. E per qualche ragione a noi sconosciuta il mattino dopo doveva<br />
essere <strong>di</strong> nuovo in ufficio.”<br />
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