All'improvviso un temporale d'estate - di Valter ... - Nicola Saba
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colore rosso violaceo con viraggi sul bluastro. Basterà lavare le mani con<br />
<strong>un</strong> poco d’acqua fresca, e il colore sparirà, precisa Letizia, <strong>di</strong> fronte all’espressione<br />
ben presto perplessa <strong>di</strong> Umberto. Molti arbusti sono ancora<br />
carichi <strong>di</strong> bacche e il lavoro <strong>di</strong> raccolta risulta piuttosto agevole e sbrigativo.<br />
Abbastanza presto, con il cestino bello pieno, escono dal folto delle<br />
piante, ritornano sul sentiero e si avviano lentamente per tornare in<strong>di</strong>etro.<br />
Percorrono in senso contrario le dolci, sinuose curve del sentiero e, non<br />
appena emergono dal boschetto, quasi fossero riluttanti ad abbandonare<br />
la serena pace del luogo, si mettono a sedere su <strong>un</strong>a solida panchina<br />
artigianale <strong>di</strong> legno grezzo, collocata in posizione strategicamente panoramica.<br />
Alle loro spalle è l’ombra fresca e opaca degli alberi, davanti ai loro<br />
occhi si apre l’ampio e rasserenante paesaggio della valle coronata <strong>di</strong><br />
monti. Nel pomeriggio caldo e assolato <strong>di</strong> piena estate gran<strong>di</strong> nuvole<br />
solinghe scorrono lente e pigre come bianchi, fantastici vascelli nel cielo<br />
<strong>di</strong> cristallo.<br />
Umberto, seduto comodamente sulla panchina, con gli occhi al paesaggio<br />
e la fantasia sollecitata già prima dalle parole <strong>di</strong> Letizia, e ora<br />
ulteriormente stimolata dall’incontro con le due solitarie raccoglitrici locali<br />
<strong>di</strong> bacche, si mette a inventare e a narrare a <strong>un</strong>a Letizia deliziata <strong>un</strong>a<br />
storia tenebrosa. Narra <strong>di</strong> magie, <strong>di</strong> pozioni <strong>di</strong>sgustose ma infallibili, <strong>di</strong><br />
intrugli vari preparati dalla maga con cui hanno parlato e dalla sua assistente<br />
muta in <strong>un</strong> vecchio calderone borbottante alle fiamme cupe <strong>di</strong> <strong>un</strong><br />
fuoco fatuo, in <strong>un</strong>a vecchia stamberga posta fuori del paese. Una stamberga<br />
fumosa e cavernosa, popolata <strong>di</strong> gatti neri, gran<strong>di</strong> pipistrelli e grossi<br />
ragni pelosi, evitata con molta cura nelle scure notti <strong>di</strong> novil<strong>un</strong>io da tutti gli<br />
abitanti del luogo, timorosi delle invisibili e inquietanti presenze malefiche<br />
che vi aleggiano intorno.<br />
Intanto anche le due donne del posto hanno finito la loro cospicua<br />
raccolta e si sono avviate per tornare a casa, percorrendo il sentiero al cui<br />
margine si trovano tranquillamente seduti Letizia e Umberto, e vanno<br />
nella loro stessa <strong>di</strong>rezione.<br />
E allora, dopo che quelle hanno superato la panchina, scambiando <strong>di</strong><br />
nuovo sorridenti saluti, e si sono <strong>un</strong> poco allontanate, Umberto e Letizia,<br />
ridendo, si alzano in pie<strong>di</strong> e si mettono a seguirle a <strong>di</strong>stanza. “Per vedere<br />
e controllare bene in quale stamberga cadente, fosca e inquietante e pie-<br />
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