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All'improvviso un temporale d'estate - di Valter ... - Nicola Saba

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sotto la ragazza sembra anche giustamente fornita <strong>di</strong> <strong>un</strong> bel seno prosperoso,<br />

nota Umberto, sempre più incuriosito e attratto da quello che vede.<br />

Purtroppo, per valutare il resto del corpo bisognerà attendere che si alzi in<br />

pie<strong>di</strong>, si rammarica Umberto, ma non è certamente magra, il che non<br />

guasta in <strong>un</strong>’epoca <strong>di</strong> potenziali anoressiche e <strong>di</strong> deperimento organico<br />

elevato quasi a ideale sistema <strong>di</strong> vita da tanta parte del mondo femminile,<br />

quello più giovane, almeno, ma non esclusivamente. Ma quanto è alta?<br />

Umberto è perplesso. A giu<strong>di</strong>care a occhio e guardando il busto, gli sembra<br />

abbastanza alta <strong>di</strong> statura, anche se sta leggermente inclinata in avanti<br />

e tiene le spalle curve. Le mani, sensibili, con <strong>di</strong>ta affusolate e <strong>un</strong>ghie a<br />

mandorla laccate con <strong>di</strong>screzione, sono belle e ben curate, come si ad<strong>di</strong>ce<br />

a <strong>un</strong>a seducente donna <strong>di</strong> classe, ma continuano a stringere l’inutile penna<br />

e a tenere quel maledettissimo foglio e trascurano ancora il rosso bicchiere<br />

<strong>di</strong> vino. Ma forse quello non è più vino, per la l<strong>un</strong>ga attesa forse si<br />

è già trasformato in aceto. Ottimo per con<strong>di</strong>re l’insalata, quando verrà<br />

servita, e Umberto fatica a trattenere <strong>un</strong> sorrisino.<br />

Dopo <strong>un</strong>’attesa che a Umberto non è sembrata per nulla l<strong>un</strong>ga, immerso<br />

come è nell’esame piacevole e <strong>di</strong>screto della bella, silenziosa e<br />

attraente commensale sconosciuta, è finalmente arrivato il minestrone <strong>di</strong><br />

verdure, caldo bollente, denso, piccante <strong>di</strong> peperoncino rosso, come piace<br />

a lui. Ha appena terminato <strong>di</strong> consumarlo, che subito arrivano i wuerstel<br />

con le patatine fritte, <strong>un</strong>a vera delizia, per gli occhi, prima ancora che per<br />

lo stomaco.<br />

E allora Umberto, tutto compito e sorridente, ma sta quasi per mettersi<br />

a ridacchiare, chiede alla sconosciuta che gli siede <strong>di</strong> fronte se gra<strong>di</strong>sce<br />

qualche patatina fritta, per accompagnare il bicchiere <strong>di</strong> vino che ha davanti.<br />

Lei declina l’offerta con <strong>un</strong> rapido cenno della testa e <strong>un</strong> suono<br />

inarticolato e in<strong>di</strong>stinto. Che sia anche muta? Forse è balbuziente e si<br />

vergogna <strong>di</strong> parlare con <strong>un</strong>o sconosciuto. Umberto Ferrari è perplesso, e<br />

però, in qualche modo, comincia anche a provare <strong>un</strong> senso indeterminato<br />

ma imbarazzante <strong>di</strong> colpevolezza.<br />

Qualcosa, forse la sua offerta, che ora gli sembra decisamente fasti<strong>di</strong>osa,<br />

stupida e inopport<strong>un</strong>a, deve aver però turbato in qualche modo il<br />

precario equilibrio della compagna <strong>di</strong> tavola sconosciuta e affascinante,<br />

anche se inappetente e ben poco loquace, che ben presto ha <strong>un</strong>a reazione<br />

vivace. Lascia il foglio, ma non la penna, e comincia a stropicciare<br />

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