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All'improvviso un temporale d'estate - di Valter ... - Nicola Saba

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laggiù, in pianura. Qui e in questo momento, a ragion veduta, ha <strong>un</strong> solo<br />

impegno da sod<strong>di</strong>sfare con <strong>un</strong>a qualche urgenza, quello <strong>di</strong> riempire quanto<br />

prima lo stomaco, che già prima aveva cominciato ogni tanto a lamentarsi<br />

del l<strong>un</strong>go abbandono e dell’incuria, e che ora ha preso a brontolare<br />

cupo. Ma dargli al più presto da mangiare, <strong>un</strong> bisogno ormai impellente e<br />

da sod<strong>di</strong>sfare con rapida attuazione, non <strong>di</strong>pende da lui soltanto. Dipende<br />

anche da quelli che stanno cenando, beatamente seduti ai tavoli e incuranti<br />

<strong>di</strong> tutto il resto.<br />

E intanto, mentre aspetta che si liberi <strong>un</strong> tavolo, può starsene tranquillamente<br />

seduto al bar, all’asciutto e al calduccio, anche se ormai si deve<br />

convincere che è necessario dare <strong>un</strong> triste ad<strong>di</strong>o al desiderio <strong>di</strong> consumare<br />

dopo breve tempo <strong>un</strong>a bella e appetitosa cenetta. Ma anche al bisogno<br />

<strong>di</strong> ritornare abbastanza presto in garni, per farsi finalmente <strong>un</strong>a l<strong>un</strong>ga<br />

doccia cal<strong>di</strong>ssima, deve dare licenza, e anche al desiderio <strong>di</strong> gettarsi alla<br />

svelta a letto con la speranza <strong>di</strong> abbandonarsi subito a <strong>un</strong> sonno quieto e<br />

riparatore. Ne sente proprio il bisogno, dopo <strong>un</strong>a giornata passata per<br />

intero sui sentieri <strong>di</strong> <strong>un</strong>a escursione in sé splen<strong>di</strong>da, ma così irritantemente<br />

lenta per colpa <strong>di</strong> quei plantigra<strong>di</strong>.<br />

Umberto si accinge paziente a <strong>un</strong>a l<strong>un</strong>ga attesa e intanto, seduto al<br />

banco del bar, si fa servire come aperitivo <strong>un</strong> calice <strong>di</strong> vino bianco fresco<br />

e frizzante, che manda giù in due rapide sorsate.<br />

Non appena gli passa davanti, per <strong>un</strong> attimo riesce a bloccare al volo<br />

<strong>un</strong> cameriere indaffarato, per <strong>di</strong>rgli in tutta fretta che ha intenzione <strong>di</strong><br />

fermarsi per cenare.<br />

L’altro risponde altrettanto in fretta che, non appena si renderà <strong>di</strong>sponibile<br />

<strong>un</strong> tavolo, quello sarà il suo, e subito si avvia verso <strong>un</strong> tavolo per<br />

prendere le or<strong>di</strong>nazioni.<br />

Per <strong>un</strong> poco Umberto Ferrari aspetta paziente, intanto però lo stomaco,<br />

molto meno paziente <strong>di</strong> lui e sollecitato dai profumi vari e solleticanti<br />

che saturano l’ambiente, comincia a reclamare con maggiore vivacità e<br />

insistenza il cibo dovuto e tanto l<strong>un</strong>gamente atteso. Non è ancora incattivito,<br />

lo stomaco, ma ha già imboccato la strada per arrivare a esserlo.<br />

“Pazienta, pazienta ancora <strong>un</strong> poco. Vedrai che fra non molto si libera<br />

<strong>un</strong> tavolo” gli <strong>di</strong>ce Umberto, premuroso, comprensivo e incoraggiante,<br />

cercando così <strong>di</strong> rabbonirlo e tenerlo tranquillo ancora per <strong>un</strong> poco.<br />

“Ma anche la pazienza più paziente ha <strong>un</strong> limite, caro mio” risponde<br />

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