All'improvviso un temporale d'estate - di Valter ... - Nicola Saba
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stanza evanescente, come i sogni. Un nulla basta per muoverli ed eccitarli,<br />
<strong>un</strong> nulla basta per annichilirli, e allora la nostra volontà, per quanto forte<br />
possa essere, non riesce a riaccenderli. Forse soltanto l’abitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> <strong>un</strong>a<br />
l<strong>un</strong>ga vita amorosa a due permette <strong>di</strong> tenersi agevolmente legati l’<strong>un</strong>o<br />
all’altra e <strong>di</strong> superare le <strong>di</strong>fficoltà, com<strong>un</strong>que siano quelle <strong>di</strong>fficoltà. Non<br />
certamente quelle insuperabili. A quelle non c’è proprio rime<strong>di</strong>o. Ma a<br />
quelle momentanee e rime<strong>di</strong>abili sì, anche se sono gravissime, a quelle si<br />
può sempre trovare <strong>un</strong> rime<strong>di</strong>o. In caso contrario certe situazioni <strong>di</strong>ventano<br />
quasi imme<strong>di</strong>atamente insostenibili e fonte <strong>di</strong> contrasti violenti.<br />
Quel corpo, quel viso, quel modo <strong>di</strong> camminare, quella donna che in<br />
<strong>un</strong> momento, per strada, con indosso <strong>un</strong> bel vestito elegante o provocante,<br />
in pista sulla neve, con quella tuta attillata che accentua le curve, nella<br />
luce <strong>di</strong>ffusa e <strong>di</strong>screta <strong>di</strong> <strong>un</strong> ristorante sapientemente illuminato da luci<br />
calde e morbide, che rendono dolci gli occhi, sfumano i <strong>di</strong>fetti e le imperfezioni<br />
della pelle e i segni del tempo, quelli che la luce fredda e tagliente<br />
mostra senza misericor<strong>di</strong>a, proprio quella donna, che ha saputo in <strong>un</strong> solo<br />
attimo muovere materialmente il nostro desiderio, e il corpo stesso ha<br />
risposto imme<strong>di</strong>atamente e si è teso per il desiderio <strong>di</strong> possederla, dopo<br />
qualche ora, o anche dopo pochi minuti, se lei si allontana dal nostro sguardo,<br />
oppure se qualcosa <strong>di</strong>strae e assorbe tutta la nostra attenzione, il nostro<br />
desiderio non se la ricorda più.<br />
E forse dal nostro ricordo conscio sparisce assai presto perfino la sua<br />
immagine, così seducente, ma così legata al qui e ora, al posto e al momento<br />
in cui l’abbiamo vista e desiderata con tanta gradevole intensità.<br />
Anzi, può capitare perfino che non la riconosciamo nemmeno se la<br />
incontriamo <strong>di</strong> nuovo in <strong>un</strong> ambiente <strong>di</strong>verso, abbigliata e truccata <strong>di</strong>versamente<br />
o anche soltanto se nasconde <strong>di</strong>etro gli occhiali da sole gli occhi,<br />
che in <strong>un</strong> altro momento con il loro colore intenso e con le l<strong>un</strong>ghe ciglia<br />
hanno riempito <strong>di</strong> meraviglia, attirato e sedotto.<br />
Tutto <strong>di</strong> lei ci sembra <strong>di</strong>verso in momenti <strong>di</strong>versi, perché la volta in cui<br />
l’abbiamo vista seduta al tavolo <strong>di</strong> <strong>un</strong> ristorante mentre leggeva <strong>un</strong>a lettera,<br />
lei esisteva anche in f<strong>un</strong>zione del ristorante, della lettera, delle espressioni<br />
momentanee del volto.<br />
Ed ecco, finalmente Umberto è entrato nella sala del ristorante. Franz<br />
lo scorge e fa <strong>un</strong> cenno con la mano, per in<strong>di</strong>cargli il tavolo dove è seduta<br />
Letizia. Ma lui l’ha già vista, intenta a leggere <strong>un</strong> foglio che tiene in mano.<br />
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