All'improvviso un temporale d'estate - di Valter ... - Nicola Saba
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“Ma quando precisamente sarà <strong>di</strong> ritorno?” Francesca non vorrebbe<br />
insistere troppo per sapere cose che non la riguardano. Non lo ha mai<br />
fatto in precedenza e non lo farebbe nemmeno ora, ma questa volta intende<br />
farsi almeno <strong>un</strong>’idea essenziale della situazione che può essersi determinata<br />
in ufficio durante la sua assenza.<br />
“Di preciso non lo sapeva nemmeno lui, almeno quando lo abbiamo<br />
contattato, anche se pensava che dopodomani, al massimo, poteva essere<br />
già qui. Ha detto anche che avrebbe portato il piano trimestrale dei nuovi<br />
lavori.”<br />
“E non ha aggi<strong>un</strong>to altro?”<br />
“No, nient’altro, ma lo sai che a lui non piace parlare per telefono.”<br />
“Bene, nel frattempo e in attesa delle nuove <strong>di</strong>sposizioni riprendo contatto<br />
con le mie cose e provvedo a sistemare al loro posto le vecchie<br />
scartoffie che ho lasciato in sospeso prima <strong>di</strong> andare in ferie” <strong>di</strong>ce Francesca<br />
con tono leggero e annoiato, ma intanto è sempre più perplessa e<br />
comincia a chiedersi perché prima, al momento del suo arrivo, aveva visto<br />
quasi sobbalzare il collega, che l’aveva guardata come se non credesse ai<br />
suoi occhi. Sembrava quasi che quello avesse visto materializzarsi all’improvviso<br />
<strong>un</strong> fantasma. Ma forse, si obietta, è lei che immagina quello che<br />
non c’è.<br />
E però, anche ora, <strong>un</strong>a ragione fondata per sentirsi a <strong>di</strong>sagio e insospettirsi<br />
c’è, si smentisce prontamente e con <strong>di</strong>sapp<strong>un</strong>to Francesca, perché,<br />
non appena si è girata per uscire dalla stanza, ha sentito il collega<br />
alzare il telefono senza <strong>un</strong> attimo <strong>di</strong> indugio, nel momento stesso in cui lei<br />
ha voltato le spalle. E si rende conto che il fatto, in sé banale, magari, e del<br />
tutto legittimo, e che in altri momenti per lei sarebbe stato irrilevante, ora,<br />
anche senza <strong>un</strong>a ragione evidente e plausibile, prende <strong>un</strong> rilievo inquietante,<br />
la fa sentire più nervosa ancora e la rende molto più attenta a quello<br />
che le accade intorno.<br />
Già lo immaginava, ma ora ne ha la prova, che non sarebbe stato<br />
facile rientrare negli uffici con la spada <strong>di</strong> Damocle del <strong>di</strong>schetto scomparso<br />
pendente sulla testa, eppure deve tenere duro e continuare a fingere<br />
l’in<strong>di</strong>fferenza e la tranquillità che non prova affatto, anche se la <strong>di</strong>sturba<br />
moltissimo trovarsi rinchiusa in ufficio senza conoscere il contenuto del<br />
<strong>di</strong>schetto, senza sapere se la faccenda si è in qualche modo risolta spontaneamente<br />
e come. In queste con<strong>di</strong>zioni, lamenta, c’è <strong>di</strong> che sentirsi per<br />
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