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All'improvviso un temporale d'estate - di Valter ... - Nicola Saba

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p<strong>un</strong>to <strong>di</strong> addormentarsi spossata. Forse però aveva anche bevuto <strong>un</strong> po’<br />

troppa obstler, aggi<strong>un</strong>ge con <strong>un</strong> sorrisino pallido e tirato, piuttosto imbarazzata<br />

per essersi lasciata andare e aver ecceduto. E magari era anche<br />

<strong>un</strong> bel po’ ubriaca, precisa subito con <strong>un</strong> timido e impacciato risolino rivolto<br />

al soffitto della camera. E poi, bevuta così, a stomaco vuoto, l’acquavite<br />

<strong>di</strong> mele ha certamente avuto <strong>un</strong> effetto quasi imme<strong>di</strong>ato e mici<strong>di</strong>ale.<br />

“Tanto meglio - si <strong>di</strong>ce Letizia sottovoce -. Così ne ho bevuta <strong>di</strong> meno.” E<br />

si consola <strong>un</strong> poco, ma il sollievo si attenua imme<strong>di</strong>atamente e sparisce<br />

subito per lasciar il posto alla stizza, non appena pensa che la sera prima<br />

ha meschinamente ceduto, si è lasciata andare senza alc<strong>un</strong> decoro, purtroppo,<br />

e in aggi<strong>un</strong>ta si è attaccata alla bottiglia, per cercarvi conforto e<br />

oblio.<br />

Giacomo il bastardo non la vuole più? Bene, ribatte, allora vuol proprio<br />

<strong>di</strong>re che non la merita affatto. E intanto gli augura <strong>di</strong> imbarcarsi <strong>di</strong><br />

brutto con <strong>un</strong>a qualche squinzietta da quattro sol<strong>di</strong>, che non sia comprensiva<br />

e paziente come lei era sempre stata. Gli augura <strong>di</strong> tutto cuore <strong>di</strong><br />

incasinarsi con <strong>un</strong>a fraschetta squinternata che lo ripaghi per bene, lo<br />

faccia ammattire sul serio e lo cornifichi abbondantemente. E, conoscendolo<br />

abbastanza bene, come lo conosce lei, non è detto che in <strong>un</strong> futuro<br />

assai prossimo non gli capiti per davvero. Ammesso che non gli stia già<br />

capitando.<br />

Quando Letizia De Stefani decide <strong>di</strong> provare <strong>di</strong> nuovo ad alzarsi dal<br />

letto, e con molta cautela questa volta, la testa riprende a pulsare lenta e<br />

fasti<strong>di</strong>osa, lei però si impone <strong>di</strong> ignorare quel postumo così imbarazzante e<br />

sgradevole della sera precedente e si alza lo stesso, perché a tutti i costi<br />

vuole scendere nella stube per fare colazione entro l’orario stabilito. Forse<br />

potrebbe chiedere a frau Hilde <strong>di</strong> permetterle, <strong>un</strong>a volta tanto, <strong>di</strong> derogare,<br />

e la frau, sempre così gentile, esau<strong>di</strong>rebbe senza indugio il suo desiderio.<br />

Ma, pensa Letizia, ormai lei ha stabilito che la sua vita deve continuare<br />

a scorrere normalmente, e vuole onorare appieno l’impegno che ha<br />

preso con se stessa. E d<strong>un</strong>que è meglio cominciare da subito e scendere<br />

per fare colazione come al solito, e per <strong>di</strong> più rispettando con scrupolo<br />

l’orario del garni. E poi il suo stomaco, anche se protesta e sembra rifiutarla,<br />

ha veramente e quanto prima bisogno <strong>di</strong> quella colazione. Dopo, a<br />

stomaco pieno, sarà forse in grado <strong>di</strong> pensare con maggiore chiarezza e<br />

deciderà cosa fare della giornata, nell’attesa che venga l’ora della pas-<br />

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