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All'improvviso un temporale d'estate - di Valter ... - Nicola Saba

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Vuole sapere al più presto se Francesca ha nascosto qualcosa nel nascon<strong>di</strong>glio<br />

segreto, e che cosa può aver nascosto. Alla fine decide <strong>di</strong> rompere<br />

gli indugi. Con la scusa <strong>di</strong> mostrare a Umberto tutta la casa, non<br />

soltanto quello che la mamma fa visitare ai suoi ospiti, <strong>di</strong>ce che vuole<br />

fargli vedere anche il magazzino. E’ inutile che papà Alvise si <strong>di</strong>sturbi a<br />

scendere abbasso, può fare benissimo lei da cicerone.<br />

“Ma Letizia, cosa mai ti salta in mente <strong>di</strong> portare Umberto in quel<br />

posto freddo e umido” obietta papà, con <strong>un</strong>’espressione variamente perplessa<br />

e scandalizzata <strong>di</strong>pinta in volto.<br />

“Ma soprattutto - continua Letizia guardandolo con <strong>un</strong> bel sorriso<br />

complice - voglio mostrargli la tua bellissima barca e il posto in cui da<br />

bambina ho giocato tanto.”<br />

“Ah, ma allora va bene. Della mia barca sono giustamente orgoglioso<br />

- <strong>di</strong>ce papà Alvise lusingato e visibilmente compiaciuto, rivolgendosi a<br />

Umberto -. E’ <strong>un</strong>’autentica barca d’epoca, <strong>un</strong> pezzo ormai raro, da inten<strong>di</strong>tori,<br />

non <strong>un</strong>a <strong>di</strong> quelle imitazioni che si vedono in giro. E’ stata costruita<br />

da <strong>un</strong> vero mastro d’ascia, e oggi artigiani come quello non se ne trovano<br />

quasi più. E’ davvero <strong>un</strong> pezzo <strong>un</strong>ico, da amatore, da collezionista e quasi<br />

quasi da antiquariato. E pensare che l’ho trovata quasi per caso, abbandonata<br />

in cattive con<strong>di</strong>zioni sotto <strong>un</strong> mucchio <strong>di</strong> rottami in <strong>un</strong>o squero. Ho<br />

lavorato per mesi e mesi per restaurarla, ma ora... La vedrà.”<br />

Letizia volutamente non ha mai nominato Francesca, ma, nel sentire<br />

le parole della sua bambina, mamma Giovanna ripensa all’altra figliola,<br />

alla piccola Francesca che d’estate giocava sempre tanto con Letizia in<br />

quel magazzino, così allegre e vivaci con i loro amici, tanto tempo prima<br />

che cominciassero i problemi. E poi quell’orribile <strong>di</strong>sgrazia. Ma come era<br />

potuta succedere? Letizia non avrebbe nemmeno voluto che lei vedesse<br />

la sua povera e sfort<strong>un</strong>ata Francesca, dopo quella terribile <strong>di</strong>sgrazia. Al<br />

ricordo le vengono le lacrime agli occhi, ma cerca <strong>di</strong> nasconderle, e non<br />

soltanto all’ospite, raccogliendo in fretta tazzine e piattini e rifugiandosi<br />

subito in cucina.<br />

Non appena apre la porta che dal piano terra conduce nel magazzino,<br />

Letizia corre al posto dei messaggi segreti, sposta impaziente due vecchie<br />

se<strong>di</strong>e che danno impaccio, infila senza esitazione la mano nel buco del<br />

muro e ne tira fuori <strong>un</strong> piccolo pacchetto piuttosto sottile. E’ accurata-<br />

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