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All'improvviso un temporale d'estate - di Valter ... - Nicola Saba

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La voce del capo suona aspra, furibonda e rimbombante nell’ampio e<br />

fatiscente capannone semivuoto che si trova nel Porto Franco Vecchio <strong>di</strong><br />

Trieste. “E tu non avevi il minimo dubbio, vero? E tu eri assolutamente<br />

sicuro <strong>di</strong> averla ammazzata, vero? E mi sai spiegare come mai quella ieri<br />

è venuta in ufficio? Ma a chi cazzo hai sparato in montagna?” gli chiede<br />

inferocito, mollandogli <strong>un</strong> altro colpo ancora sulla faccia pesta e ricoperta<br />

<strong>di</strong> sangue.<br />

“Era lei, capo, ne sono sicuro - le parole escono a fatica e con <strong>un</strong><br />

sordo mugolio dalle labbra tumefatte dell’altro, ben legato a <strong>un</strong>a se<strong>di</strong>a -.<br />

L’ho seguita fino al garni. Ho aspettato seduto in auto per vedere che<br />

cosa succedeva. Poi l’ho vista uscire e salire sul bus. Io mi sono accodato<br />

al bus che l’ha portata all’impianto. Poco prima che arrivasse l’ho superato<br />

per andare a parcheggiare. E pensa che sono stato così fort<strong>un</strong>ato da<br />

trovare <strong>un</strong> posto libero proprio vicino alla biglietteria. Quando quella è<br />

scesa dal bus navetta vicino alla stazione <strong>di</strong> partenza delle telecabine io<br />

avevo già parcheggiato e l’aspettavo, pronto a tutto.”<br />

“Una bella fort<strong>un</strong>a, trovare parcheggio, proprio vicino alla biglietteria”<br />

esclama con pesante ironia. “E magari quella era già scesa prima per<br />

incontrarsi con qualc<strong>un</strong>o. Tu, intanto, aspettavi come <strong>un</strong> deficiente” urla.<br />

“Non è possibile che sia smontata. Non c’erano altre fermate. Quando<br />

lei è scesa dal bus nel piazzale era in compagnia <strong>di</strong> due tizie e si è<br />

messa là a chiacchierare con loro - continua a <strong>di</strong>re a fatica e affannato -<br />

. E ho preso la mia decisione, approfittando del fatto che stava là con<br />

quelle. Subito ho capito che non mi restava altro da fare che seguirla sulle<br />

piste. Mentre se ne stava là a chiacchierare con quelle due, io sono andato<br />

<strong>di</strong> corsa a noleggiare sci e scarponi. Ma nemmeno allora l’ho persa <strong>di</strong><br />

vista, perché la tenevo d’occhio dalle finestre del noleggio.”<br />

“E quando ti mettevi gli scarponi, anche allora la tenevi d’occhio?”<br />

chiede sarcastico.<br />

“Poi ho visto che le due tizie la salutavano e si <strong>di</strong>rigevano verso l’impianto.<br />

Lei è andata a <strong>un</strong>a cassa per fare il giornaliero, e anch’io ho fatto<br />

il giornaliero a due casse <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza, pronto a seguirla dappertutto. E poi<br />

siamo saliti con le telecabine. Lei con la prima, e io con quella che partiva<br />

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