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All'improvviso un temporale d'estate - di Valter ... - Nicola Saba

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Quasi intontito dal fragore e sbalor<strong>di</strong>to, Umberto Ferrari si ferma per<br />

<strong>un</strong> momento, poi riprende ad avanzare con lentezza, e intanto osserva che<br />

alc<strong>un</strong>e delle persone sedute ai tavoli stanno indossando maglioni e golf,<br />

che altre si voltano a guardare incerte e preoccupate il cielo nero e minaccioso,<br />

come a chiedersi se lascerà loro il tempo <strong>di</strong> consumare la cena.<br />

Ed ecco che, alle spalle, Umberto sente il vicino rumore della pioggia<br />

fittissima e battente, che sopraggi<strong>un</strong>ge veloce e incalza, che, spinta dalle<br />

folate, avanza con scrosci violenti e repentini.<br />

Subito cominciano a precipitare gocce grosse e pesanti, che si schiantano<br />

per terra come sassi, esplodono sull’asfalto, picchiano forte sulla<br />

testa e sulle spalle <strong>di</strong> Umberto, bagnandolo subito, perché non ha avuto<br />

nemmeno il tempo <strong>di</strong> estrarre dal sacco <strong>di</strong> montagna e indossare la<br />

mantellina impermeabile.<br />

All’istante la pioggia aumenta <strong>di</strong> intensità. “A quanto pare, Giove Pluvio<br />

ha deciso per me” esclama Umberto, e scatta subito veloce. Di corsa<br />

raggi<strong>un</strong>ge rapido l’ampio riparo offerto dalla tenda da sole del ristorante.<br />

Fermarsi almeno per <strong>un</strong> poco non è più <strong>un</strong>a scelta, ma <strong>un</strong>a necessità. Per<br />

lo meno ora è al riparo dalla pioggia e all’asciutto, pensa fiducioso, mentre<br />

fa scivolare dalle spalle le cinghie dello zaino, che subito appoggia per<br />

terra con <strong>un</strong> sospiro <strong>di</strong> sollievo.<br />

Intanto prende bellamente a <strong>di</strong>luviare. Non <strong>un</strong> rovescio, non <strong>un</strong> nubifragio,<br />

ma <strong>un</strong> vero <strong>di</strong>luvio si abbatte sul paese, picchia scrosciando sulla<br />

tenda, sugli alberi, sui tetti, scorre veloce per le strade in <strong>di</strong>scesa, e il<br />

vento, che squassa con violenza gli alberi e manda con furia la pioggia <strong>di</strong><br />

traverso, peggiora notevolmente la situazione. Ben presto Umberto si rende<br />

conto che è quasi impossibile rimanere all’aperto e restare asciutti, perché<br />

il vento impetuoso e mulinante rende vana la pur ampia protezione<br />

offerta dalla tenda.<br />

Al primo scroscio tutti i clienti seduti all’aperto in <strong>un</strong> attimo avevano<br />

già abbandonato a precipizio i tavoli e si erano affrettati tutti a entrare nel<br />

ristorante, portando con sé piatti, bicchieri e posate. “E ora? Ad<strong>di</strong>o posto<br />

a tavola, perché <strong>di</strong> sicuro dentro ci sarà <strong>un</strong> gran bel parapiglia” brontola<br />

Umberto Ferrari, lamentando più e più volte la maledetta sfort<strong>un</strong>a <strong>di</strong> quella<br />

giornata infame, che sembra non finire mai. Una giornata storta, trascorsa<br />

malamente e finita peggio.<br />

Sotto il precario riparo offerto dalla tenda, pensa rassegnato che for-<br />

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