All'improvviso un temporale d'estate - di Valter ... - Nicola Saba
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to” involontariamente cauto con cui lei ha risposto, e, prima ancora che lei<br />
apra <strong>di</strong> nuovo bocca, la informa esultante e impaziente <strong>di</strong> aver superato la<br />
protezione del <strong>di</strong>schetto, ma, ahimè, <strong>di</strong> non riuscire com<strong>un</strong>que a interpretare<br />
le informazioni che ci sono registrate. Forse lei ci può riuscire, suggerisce<br />
frettoloso, visto che lavora in quell’ufficio e che perciò può essere in<br />
grado <strong>di</strong> capire qualcosa <strong>di</strong> tutti quei dati.<br />
“Vengo subito, <strong>di</strong> corsa - gli <strong>di</strong>ce Francesca -. Mangio qualcosa per<br />
strada e fra due ore, due ore e mezza al più tar<strong>di</strong>, posso essere da te, se il<br />
traffico non mi blocca. Non uscire, aspettami per il caffè, mi raccomando.”<br />
“Non fermarti nemmeno, se è soltanto per mangiare qualcosa. Sai<br />
che il mio frigorifero è capace ed è sempre pieno da scoppiare, e tu sai<br />
per esperienza <strong>di</strong>retta che sono <strong>un</strong> bravo cuoco. Anzi, ho già pronta <strong>un</strong>a<br />
pasta e fagioli da leccarsi i baffi. Io, non tu, ovviamente – e fa <strong>un</strong>a gran<br />
risata -. Ciao, ti aspetto anche per il caffè, e magari anche per <strong>un</strong> ottimo<br />
e consistente assaggio <strong>di</strong> nocino. Quello buonissimo, preparato da mia<br />
madre. Quello con cui è piacevole e facile fare il bis.”<br />
“Arrivo subito. Ciao, Gino, e grazie.”<br />
Con il giaccone infilato sotto il braccio, Francesca scende <strong>di</strong> corsa le<br />
scale, tira fuori in <strong>un</strong> attimo l’automobile dal garage e parte.<br />
Guida rapida, ma prudente, per non incappare nelle attenzioni <strong>di</strong> <strong>un</strong>a<br />
pattuglia della polizia stradale, che la costringerebbe a fermarsi, magari<br />
soltanto per <strong>un</strong> esasperante e inutile controllo dei documenti, e imbocca<br />
ben presto l’autostrada. E non la percorre a tavoletta, come l’istinto la<br />
spingerebbe a fare, per non correre il rischio <strong>di</strong> <strong>un</strong> incidente, nemmeno <strong>di</strong><br />
<strong>un</strong> banalissimo toccarsi <strong>di</strong> paraurti, che le farebbe com<strong>un</strong>que perdere del<br />
tempo prezioso.<br />
Gi<strong>un</strong>ta alla barriera <strong>di</strong> Quarto d’Altino, decide <strong>di</strong> non proseguire <strong>di</strong>rettamente<br />
verso Mestre, per non rischiare <strong>di</strong> finire intrappolata nella Tangenziale,<br />
quasi impercorribile a quell’ora. Si porta verso la Strada Statale<br />
14, la Triestina, e, anche se pure l<strong>un</strong>go quella strada il traffico è consistente,<br />
gi<strong>un</strong>ge com<strong>un</strong>que con rapi<strong>di</strong>tà alla casa <strong>di</strong> Gino Molin, che l’ha attesa<br />
per cenare in sua compagnia.<br />
Dopo la cena appetitosa, ma consumata con <strong>un</strong>a fretta inusuale per<br />
entrambi, lavorano insieme per parecchio tempo, per cercare <strong>di</strong> capire il<br />
significato e il valore dei l<strong>un</strong>ghi elenchi <strong>di</strong> dati che <strong>di</strong> volta in volta compaiono<br />
sul monitor. L’amico Gino è riuscito a rendere leggibile il <strong>di</strong>schetto,<br />
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