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All'improvviso un temporale d'estate - di Valter ... - Nicola Saba

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subito si pente <strong>di</strong> quell’osservazione inopport<strong>un</strong>a.<br />

“Non essere sciocco, ora. Capisco, tu minimizzi per tranquillizzarmi,<br />

ma io in quel momento ero davvero molto impensierita. Ma forse mi sono<br />

sbagliata. Forse era per davvero <strong>un</strong>o che andava per i fatti suoi e senza<br />

fretta. O forse è stata soltanto <strong>un</strong>a mia fisima, che mi ha fatto immaginare<br />

quello che non era. A quell’epoca ero ancora piuttosto scossa per la<br />

morte <strong>di</strong> mia sorella ed è probabile che mi preoccupassi con troppa facilità<br />

<strong>di</strong> fatti che non avevano ness<strong>un</strong> significato. Ti assicuro però che, senza<br />

compagnia come era, e tutto vestito <strong>di</strong> nero a quel modo, quell’uomo<br />

faceva <strong>un</strong> effetto davvero molto sgradevole. Era inquietante.”<br />

“O forse anche era <strong>un</strong> borseggiatore che aspettava il momento opport<strong>un</strong>o<br />

per tentare il colpo.”<br />

“E’ vero. Hai ragione. Poteva anche essere <strong>un</strong> ladro. Ce n’erano<br />

tanti in giro allora, allettati dalla possibilità <strong>di</strong> girare liberamente, mascherati<br />

e anonimi. In quei giorni i quoti<strong>di</strong>ani erano più pieni del solito <strong>di</strong> notizie<br />

<strong>di</strong> scippi.”<br />

“Ma ormai è tutto passato, vero?”<br />

“Certamente, <strong>di</strong>rei che è tutto passato e che ora dovrei sentirmi più<br />

tranquilla.”<br />

“Forse la tua reazione <strong>di</strong> allora era tutta dovuta a <strong>un</strong> momento <strong>di</strong><br />

solitu<strong>di</strong>ne e <strong>di</strong> abbattimento.”<br />

“E però anche adesso ho ricominciato a provare l’impressione strana<br />

<strong>di</strong> essere seguita. Non riesco a spiegartela, ma è come se mi sentissi<br />

sempre alle spalle qualc<strong>un</strong>o che controlla i miei movimenti.”<br />

“Ma è probabile che questo non sia altro che <strong>un</strong> riflesso della sensazione<br />

che hai provato allora, <strong>di</strong> cui non sei ancora riuscita a liberarti del<br />

tutto, probabilmente.”<br />

Hanno bevuto con molta calma i loro calici <strong>di</strong> vino secco, frizzante e<br />

corposo. Sono usciti imme<strong>di</strong>atamente dalla stazione e, imboccando Via<br />

Piave, si sono avviati verso il centro. Poco prima <strong>di</strong> gi<strong>un</strong>gere all’altezza<br />

della traversa che porta alla casa <strong>di</strong> lei, Letizia rallenta <strong>un</strong> poco il passo, si<br />

volge a guardare Umberto e gli chiede: “Vuoi che an<strong>di</strong>amo a casa mia?”<br />

“Forse è meglio che venga tu da me, se non ci sono problemi. Così, se<br />

ne ho voglia, posso anche <strong>di</strong>sfare la valigia e intanto possiamo metterci a<br />

parlare. Basta solo che tu abbia la lettera <strong>di</strong> tua sorella.”<br />

“La porto sempre con me, nella borsetta.”<br />

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