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All'improvviso un temporale d'estate - di Valter ... - Nicola Saba

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le aveva dato conforto, l’aveva infasti<strong>di</strong>ta, piuttosto, con la sua petulanza<br />

rumorosa e invadente, con quell’eterno parlare e scherzare del <strong>temporale</strong><br />

che si era scatenato all’improvviso e che continuava a imperversare e<br />

accanirsi contro le vetrate del ristorante.<br />

La lettera infame. Quella lettera così assurda, ipocrita e insultante,<br />

che comincia con <strong>un</strong>a negazione assoluta. Non l’avrebbe raggi<strong>un</strong>ta in<br />

montagna. Oh, indubbiamente reciso e deciso nel tono e nelle parole era<br />

stato. E non voleva più né incontrarla né sentirla in alc<strong>un</strong> modo. Fine del<br />

messaggio forte e chiaro, e fine repentina della loro vita com<strong>un</strong>e. Quella<br />

lettera così rigida e gelida, tanto definitiva quanto <strong>un</strong>a condanna a morte<br />

già eseguita, tanto conclusiva quanto l’esito ultimo <strong>di</strong> <strong>un</strong>a prognosi infausta,<br />

le aveva provocato grande paura dei giorni a venire, del vuoto devastante<br />

<strong>di</strong> affetti che già minacciava <strong>di</strong> inghiottirla, e che inevitabilmente<br />

sarebbe venuto, per cause non specificate, per ragioni non confessate, e<br />

perciò più incomprensibili e paurose ancora.<br />

Ma non era soltanto scossa dalla paura dei giorni a venire, si sentiva<br />

anche vivamente offesa dal modo vergognoso e incivile in cui l’aveva<br />

trattata, perché non aveva voluto concederle nemmeno <strong>un</strong>a misera spiegazione.<br />

Lei invece sentiva e sapeva <strong>di</strong> avere il <strong>di</strong>ritto a <strong>un</strong>a spiegazione<br />

franca e onesta, perché tale, onesta e franca, lei era sempre stata nei suoi<br />

confronti. Ecco perché si sentiva tanto più profondamente offesa da quella<br />

lettera malvagia.<br />

Ma forse, si trova a pensare, ha sempre avuto ragione Francesca la<br />

ribelle. La sorellina che per così tanto tempo se ne è infischiata del mondo<br />

intero, <strong>di</strong> quello maschile prima <strong>di</strong> tutto. Che nelle faccende <strong>di</strong> cuore, ma<br />

non soltanto in quelle, aveva sempre fatto tutto quello che aveva voluto e<br />

aveva preso a man bassa, aveva arraffato <strong>di</strong> tutto, senza alc<strong>un</strong>a remora,<br />

senza mai preoccuparsi se alle spalle lasciava terra bruciata. La sorellina,<br />

che mai si era fatta scrupolo <strong>di</strong> rispondere con lingua pronta e tagliente, <strong>di</strong><br />

troncare, <strong>di</strong> tagliare via con la mannaia le amicizie, quando non le garbavano<br />

più, perfino quelle che lei stessa, prima, non aveva esitato a chiamare<br />

tenere.<br />

E poi, ha forse senso parlare <strong>di</strong> onestà e franchezza nelle faccende<br />

amorose, dove il sesso gioca sempre e com<strong>un</strong>que <strong>un</strong> ruolo fondamentale?<br />

Forse per Giacomo l’<strong>un</strong>ica cosa che avesse valore era fare sesso, solo ed<br />

esclusivamente sesso, perché quella era la sola realtà che gli faceva co-<br />

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