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Del resto, la considerazione del paesaggio urbano come bene comune se pare forzata da una<br />

parte, dall’altra si offre come opportunità di riflessione e ripensamento delle dinamiche che attraversano<br />

la <strong>città</strong> contemporanea, in un momento in cui la stessa sembra aver perso la sua essenza più profonda,<br />

che è poi quella di creare civiltà e fare società. E senza dubbio, le pratiche di commoning vanno<br />

in questa direzione.<br />

3. UN TENTATIVO DI ANALISI EMPIRICA. — Nell’analisi empirica che segue si è tentato di tradurre<br />

in indicatori statistici i segni e le tracce di pratiche di commoning. Si tratta, si ribadisce, di un tentativo<br />

poiché evidentemente, i commons, presentano specificità tali da essere pienamente compresi solo nel<br />

loro ambiente di riferimento (Gattullo, 2015). Pertanto, nonostante sia riconosciuta la multiscalarità<br />

del fenomeno, è senza dubbio la scala locale quella che permette “uno specifico sguardo alle problematiche<br />

territoriali delle risorse collettive” (Governa, 1997, in Gattullo 2015).<br />

Tanto premesso, si è ritenuto utile offrire un quadro di sintesi – e pertanto necessariamente approssimato<br />

– della “dotazione” di segni di commons delle principali <strong>città</strong> italiane. L’analisi empirica si<br />

fonda su alcuni degli indicatori di paesaggio ed ambiente rilevati, per i comuni capo<strong>luoghi</strong> di provincia,<br />

dall’ISTAT nel rapporto Benessere equo e sostenibile delle <strong>città</strong> (UrBes). Sulla base del citato rapporto<br />

sono stati selezionati gli indicatori ritenuti potenziali segni dei processi di commoning urbano,<br />

socialmente costruiti (gli orti urbani) o espressione della dotazione urbana “pianificata” (aree pedonali,<br />

piste ciclabili, aree verdi urbane).<br />

Come osserva infatti Cellammare (in Iaione, 2012, p. 116):<br />

Le pratiche urbane, oltre a una geografia di valori e significati, esprimono una forte progettualità […]. Questo<br />

vale, in primo luogo, per le azioni collettive più o meno organizzate e intenzionali, ma vale anche per le pratiche<br />

ordinarie, quotidiane, di uso e consumo della <strong>città</strong> che apparentemente non sembrano determinare grandi cambiamenti<br />

[…] mentre incidono fortemente[…]. Le pratiche urbane più “banali” come il passeggiare, sono cariche<br />

di progettualità, spesso implicita […]. L’azione conforma lo <strong>spazi</strong>o e si conforma nello <strong>spazi</strong>o.<br />

Ciò implica che la dotazione urbana pianificata di segni di commoning esprime implicitamente la<br />

risposta ad una domanda di socialità, ambiente e progettualità, mentre i segni “socialmente costruiti”<br />

ne sono un’espressione esplicita.<br />

La scelta degli indicatori da leggere quali segni delle pratiche urbane di commoning (Tab. I) è<br />

stata piuttosto controversa.<br />

La disponibilità di aree pedonali e di piste ciclabili rappresenta un segno di pianificazione urbana<br />

che risponde all’esigenza di una migliore qualità della vita e di una migliore mobilità intra-urbana. A<br />

partire dagli anni Novanta la massiccia diffusione delle Zone a Traffico Limitato (ZTL) e la conseguente<br />

pedonalizzazione di ampie aree della trama urbana hanno permesso una “riappropriazione”<br />

dello <strong>spazi</strong>o pubblico da parte della collettività, nonché una “riconquista” del valore sociale ed ambientale<br />

di tali <strong>luoghi</strong>.<br />

TAB. I – INDICATORI DI PAESAGGIO ED AMBIENTE<br />

Indicatore<br />

Definizione<br />

Disponibilità di aree pedonali Disponibilità di aree pedonali per comune – Anno 2013 (mq per 100 abitanti)<br />

Densità di piste ciclabili<br />

Densità di piste ciclabili per comune – Anno 2013 (km per 100 kmq di superficie comunale)<br />

Aree verdi urbane<br />

Densità totale delle aree verdi (aree naturali protette e aree del verde urbano) per comune<br />

– Anno 2013 (incidenza percentuale sulla superficie comunale)<br />

Disponibilità di verde urbano Disponibilità di verde urbano – Anno 2013 (mq per abitante)<br />

Tessuto urbano storico<br />

Edifici costruiti prima del 1919 in ottimo o buono stato di conservazione per comune –<br />

Anno 2001 (numero di edifici per 100 edifici costruiti prima del 1919)<br />

Orti urbani<br />

Superficie destinata agli orti urbani per comune – Anno 2013 (mq per 100 abitanti)<br />

Fonte: nostra elaborazione da Rapporto UrBes (2013).<br />

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