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tanti. I nuovi migranti con un forte background culturale e creativo, provenienti da Padova, Venezia,<br />

Londra e dalla Carinzia, hanno attivato un processo di costruzione sociale che guarda al territorio nella<br />

sua chiave evolutiva e si rappresenta attraverso un’azione territoriale capace di agire su un piano organizzativo,<br />

materiale e simbolico (Turco, 2010, p. 51).<br />

Sul piano organizzativo i soggetti territoriali sono plurali. Un ruolo fondamentale è svolto dall’associazione<br />

culturale “La Cort dai Gjats” che segna l’ambito di confronto tra attori esogeni ed endogeni,<br />

intercetta e implementa le diverse forme di creatività.<br />

L’azione materiale si concentra su un processo produttivo di agricoltura alpina: la fattoria Tiere<br />

Viere, in friulano “terra vecchia”, che opera sulla base di un progetto di riappropriazione territoriale,<br />

volto al recupero di <strong>spazi</strong> agricoli attraverso l’orticultura biologica, l’allevamento di pecore, l’apicoltura,<br />

la frutticoltura e la selvicoltura.<br />

Come da molti anni accade alla Stazione di Topolò, nell’evento “Harvest 2015” organizzato lo scorso<br />

ottobre a Dordolla, alcuni artisti sono stati ospitati nelle cosiddette “residenze artistiche”, allo scopo di<br />

fare uso del palinsesto territoriale. Le opere create sono il frutto della relazione diretta con il territorio.<br />

I progetti realizzano una ri-abitazione di diversi edifici a uso collettivo, messi a disposizione da<br />

soggetti privati o pubblici. L’obiettivo preminente si concentra in primo luogo sullo sviluppo della<br />

qualità della relazione come risposta alla voglia di comunità.<br />

Sul piano simbolico l’azione territoriale deriva dalle capacità del linguaggio umano di individuare<br />

sequenze comunicative non scontate, come nel caso dell’artista che, mettendosi in gioco, abbandona i<br />

privilegi tradizionali del proprio specifico e si predispone alla produzione di opere frutto di una condivisione.<br />

L’azione territoriale definita dall’artista fa del territorio l’elemento di riferimento della produzione<br />

artistica, in un processo di autodeterminazione culturale dei “margini” e di decentralizzazione<br />

dell’espressività, rispetto ai consolidati centri urbani di produzione/riproduzione artistica (Turco,<br />

2014, p. 178).<br />

Il legame di interdipendenza si concretizza anche nel “gemellaggio” storico-artistico per il recupero<br />

di alcune caratteristiche del paesaggio, come i terrazzamenti e la pratica oggi in disuso della costruzione<br />

dei muri a secco. Nel 2016 si terrà a Venezia e Padova, la terza conferenza internazionale sui<br />

paesaggi terrazzati. Topolò e Dordolla ospiteranno la sessione tematica “Consapevolezza attraverso<br />

l’arte”. L’idea è quella di una valorizzazione del paesaggio terrazzato come elemento identitario e di<br />

competenza costruttiva, attraverso una narrazione artistica sulle molteplici funzioni che tale infrastruttura<br />

ha rappresentato per il territorio. L’azione territoriale renderà possibile il ripristino di alcuni terrazzamenti<br />

e la partecipazione di documentaristi, registi ad una call for video che riprenda il valore artistico<br />

attraverso un percorso di consapevolezza delle funzioni storico-culturali nell’ambito del paesaggio.<br />

Il progetto dovrebbe produrre una serie di documentari e mira a diffondere le antiche tecniche<br />

manutentive del territorio, tramite dei corsi di formazione diretti a coloro che intendono intraprendere<br />

questa attività (www.ricostruirepaesaggi.it).<br />

3. TERRITORIALITÀ E COMMONS/COMUNI. — Nei due casi considerati l’azione territoriale si caratterizza<br />

all’interno di un modello di commoning/messa in comune (Dardot, Laval, 2015, p. 127) attraverso<br />

due principi fondamentali: l’idea di agire in discontinuità e la capacità di costruire una rete di relazioni<br />

translocali che si riferisce e si condensa in questi <strong>luoghi</strong> intesi come un’opportunità, un divenire, una costruzione<br />

(Dematteis, Governa, 2005, p. 21). Il legame di interdipendenza tra i due <strong>luoghi</strong> oggi, definibili<br />

anche come “la più piccola unità <strong>spazi</strong>ale della società” (Lévy, Lussault, 2003) nasce da un’azione di<br />

messa in comune e si rappresenta nella proposta di una diversa produzione dello <strong>spazi</strong>o sociale, sia nel<br />

processo di reificazione sia nel processo di significazione del luogo. Proprio la capacità di mettere in<br />

condivisione saperi, competenze rendono il luogo terreno fertile nello sviluppo della relazione tra gli attori<br />

esogeni (nel nostro caso gli artisti) e il territorio. La relazione prodotta nasce dall’impronta collaborativa<br />

capace di generare una sensibilità comune rispetto al paesaggio e alla percezione del luogo. Un gioco<br />

di specchi che ridisegna il luogo nel suo divenire, utilizzando il linguaggio artistico come espressione di<br />

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