08.01.2017 Views

geografie luoghi spazi città

AaVv_Commons_2016_intero

AaVv_Commons_2016_intero

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

territorio montano non solo per valorizzare “i beni comuni patrimoniali (ambientali, insediativi, paesaggistici,<br />

socio-culturali)” che nell’accezione di Magnaghi sono fondamentali per riconoscere “l’identità<br />

e gli stili di vita di ogni luogo”, ma anche per consentire a quei saperi, ormai così dispersi in frammenti,<br />

di essere ricollegati in maniera integrata così da poter affrontare<br />

i problemi del degrado socio-territoriale e ambientale; di elaborare nuovi indicatori e politiche del benessere e<br />

della felicità pubblica, fra cui il paesaggio come misura della qualità dei mondi di vita delle popolazioni; di accrescere<br />

gli strumenti di democrazia locale e di federalismo solidale; di restituire centralità al mondo rurale nel produrre<br />

cibo sano, salvaguardia idrogeologica, risanamento ecologico, qualità urbana e paesaggistica, economie integrate<br />

(Magnaghi, 2010).<br />

Le montagne oltre a essere vissute e valorizzate, andrebbero tutelate, in quanto laboratori straordinari,<br />

dove le diverse ipotesi sull’origine dell’unicità di questi territori vengono messe a dura prova<br />

dalle differenze e dalle somiglianze. Si possono considerare le pietre su cui poggiare le nuove fondamenta<br />

di un nuovo modello di governo capace di ibridarsi continuamente, permettendo un’osmosi<br />

continua tra la società globale e la tradizione innovatrice delle comunità locali. Tuttavia ancora una<br />

volta si è di fronte al fatto che forse sta sfumando l’opportunità di intervenire per stabilire le priorità e<br />

l’adeguamento degli interventi che riguardano la montagna attraverso il ben conosciuto, perché più<br />

volte annunciato, ma non ancora ben definito “Green Act” (Ciaschi, Carbone, 2015). Un testo, quest’ultimo,<br />

che ha il destino di essere “tagliato” anche sugli obiettivi e sulle conclusioni della COP 21 di<br />

Parigi, e in certo qual modo rappresenta una sorta di vessillo della strategia ambientale nazionale, che<br />

purtroppo però delude, dato che l’ultimo draft disponibile, non contiene una volta la parola montagna.<br />

Si è dunque di fronte al fatto che l’attenzione del Legislatore, del burocrate dello Stato, dell’amministratore<br />

delle grandi metropoli non contempla all’interno della propria visuale le aree montane. Eppure<br />

da molti anni si ribadisce quanto sia “sbagliato pensare alla montagna come a un territorio a vocazione<br />

esclusivamente agricola o turistica. Soprattutto nelle vallate vi sono, infatti, distretti produttivi<br />

e industriali molto importanti per l’economia del Paese” (1).<br />

Certamente sempre più bisognerà fare i conti con la necessità di andare oltre il concetto di wilderness<br />

quando si parla di montagna, non riducendola all’uso e consumo della sua frequentazione, che<br />

contribuisce a svuotare le motivazioni di analisi e ricerca, ma comprendendo che<br />

la montagna deve essere un laboratorio per sperimentare nuove forme di sussistenza, collaborando con istituti di<br />

ricerca per studiare nuove forme di naturalità (inclusi gli OGM) come fecero i walser sette secoli fa. Occorre nuova<br />

gente che s’inventi montanaro, non importa se magrebini rumeni o milanesi, riscoprendo nuove forme di identificazione<br />

(Salsa, 2010).<br />

Va da sé che tutto ciò comporta una nuova grande assunzione di responsabilità da parte di tutte le<br />

politiche di sviluppo in montagna (demografia, scuole, ospedali, energia, filiere corte della qualità, turismo<br />

sostenibile, alpinismo ecc.). Al “Green Act” spetterebbe proprio il compito di cogliere l’aspetto<br />

di “agenti provocatori” delle montagne, che sollecitano curiosità, impegno, dedizione e sfide in ogni<br />

tempo, campo e soprattutto condizione climatica, i dati provenienti da questi <strong>luoghi</strong> sono fondamentali<br />

per anticipare e sviluppare strategie e deve diventare oggetto di un confronto a livello scientifico.<br />

Le montagne sono le custodi e archivi di reperti, informazioni e racconti, dove natura e uomo possono<br />

incontrarsi e convivere, seppur alle volte in una convivenza difficile, ma pur sempre proficua. È urgente<br />

che l’Italia torni ad occuparsi degli articolati e delicati ecosistemi, contenitori di biodiversità,<br />

energie, risorse naturali e culturali, “torni a occuparsi della propria colonna vertebrale”, non solo per<br />

ridurre il divario di sviluppo, fra le aree appenniniche meno favorite e la regione alpina, al centro del-<br />

(1) Al riguardo si confronti la Legge 31 gennaio 1994, n. 97 e la proposta di legge “Disposizioni in favore dei territori di montagna”, 2007.<br />

– 349 –

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!