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Con il federalismo demaniale, introdotto dal DL 85/2010, sembrava si fosse messo in moto un<br />

processo irreversibile relativo all’attribuzione di beni di proprietà statale a Regioni ed enti locali. Il<br />

decreto prevede che tutte le procedure devolutive debbano essere imprescindibilmente attivate<br />

dall’ente territoriale destinatario della proprietà del bene, ma le liste contenenti beni non disponibili e<br />

disponibili al trasferimento, le cosiddette black list e white list elaborate dall’Agenzia del demanio,<br />

sono state ritenute sostanzialmente inutili dagli enti locali. Le due liste non sono strumenti precisi e<br />

presentano molti errori di compilazione relativi ad ubicazione, occupazione dell’immobile, ecc. Inoltre<br />

non sono state rispettate le scadenze per la definitiva approvazione delle operazioni di attribuzione<br />

e sono state riscontrate molte incongruità tra le richieste pervenute dagli enti locali ed i beni messi a<br />

disposizione dalle varie strutture centrali dello Stato.<br />

L’introduzione del federalismo demaniale ha contribuito a bloccare i Protocolli d’Intesa (sia in itinere<br />

che già sottoscritti) tra Agenzia del demanio e comuni (tra cui Milano, Roma e Torino) per realizzare<br />

procedimenti di valorizzazione e alienazione di beni ex militari. Le amministrazioni locali hanno<br />

contestato il fatto per cui, anziché spendere denaro per l’acquisizione degli immobili oggetto dei protocolli,<br />

questi venissero assegnati secondo le procedure devolutive del federalismo demaniale (6).<br />

Dopo il blocco delle operazioni del federalismo demaniale avvenuto nel 2011, l’articolo 56 bis del<br />

cosiddetto “Decreto fare” (DL 69/2013) riprende la procedura devolutiva. Tra il 1° settembre ed il 30<br />

novembre 2013 gli enti territoriali hanno formulato le richieste di acquisizione a titolo gratuito di cespiti<br />

di proprietà statale al soggetto promotore e responsabile dell’iniziativa, l’Agenzia del demanio<br />

(Gastaldi, Camerin, 2014). Per quanto riguarda gli immobili della Difesa, dei 1.000 beni messi a disposizione<br />

dal Ministero della difesa nel 2013, solo 333 sono stati richiesti dagli enti territoriali. In<br />

base all’ultimo aggiornamento del 27 novembre 2015, 239 sono dichiarati trasferibili dal Demanio, di<br />

cui solamente 39 risultano effettivamente trasferiti tramite delibera consigliare dei Comuni. I pareri<br />

negativi sono 34, mentre 21 sono le istanze ancora in via di definizione.<br />

L’ultima novità procedimentale introdotta nel corso del 2015 dall’Agenzia del demanio per rendere<br />

più efficienti e trasparenti gli iter di riconversione di immobili ex militari fa riferimento alla cosiddetta<br />

“consultazione pubblica”, modalità di partecipazione per la società civile (cittadinanza,<br />

mondo impresariale e della finanza) volte a creare delle sinergie tra il settore pubblico e privato.<br />

L’obiettivo è quello di favorire la creazione di un partenariato pubblico-pubblico tra i diversi attori<br />

statali interessati, e tra questi e gli enti territoriali, per attivare successivamente forme innovative di<br />

partenariato pubblico-privato.<br />

Nella seconda parte del 2015 sono state portate a termine due consultazioni pubbliche (7) riguardanti<br />

le prospettive di valorizzazione di due tipologie di beni non più utili alle finalità militari. Si tratta<br />

di quattro fari nell’ambito del progetto “Valore Paese – Fari” da riconvertire e riutilizzare in strutture<br />

turistico-culturali, punti informativi e ristorativi secondo il modello del lighthouse accomodation, e<br />

dell’ex Arsenale di Pavia, inserito nel processo dell’articolo 26 del decreto “Sblocca Italia”. Per<br />

quanto riguarda il primo, sono state raccolte informazioni riguardanti le modalità di applicazione del<br />

modello del lighthouse accomodation; la preparazione dei bandi di gara per la concessione; la tipologia<br />

di struttura turistico-ricettiva e di attività socio-culturali; le modalità di recupero; le attività di networking<br />

e marketing per la creazione di un brand; l’iter procedurale e le tipologie di finanziamento. Per il<br />

secondo, invece, professionisti e operatori del settore immobiliare hanno fornito i loro pareri per arrivare<br />

alla definizione congiunta tra Agenzia del demanio, Comune e Ministero della difesa di un accordo<br />

di programma che assumerà valore di variante urbanistica al piano regolatore locale per il cambio<br />

di destinazione d’uso a scopi sociali del cespite.<br />

(6) A partire dal 2014 Ministero della difesa ed Agenzia del demanio hanno modificato e integrato alcuni protocolli firmati tra 2009 e<br />

2010 con le amministrazioni locali di Milano, Roma e Torino, mentre nuovi accordi sono stati stipulati con i comuni di Abano Terme (PD),<br />

Firenze, Padova, Napoli, Trieste, Vittorio Veneto (TV).<br />

(7) Consultabili su http://www.agenziademanio.it/opencms/it/consultazioniconcluse.<br />

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