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dell’Italia con Paesi dell’area balcanica rappresentano una priorità: dopo le crisi degli anni Novanta,<br />

l’Italia è impegnata in ogni comparto per sostenere il consolidamento delle istituzioni democratiche e<br />

la definitiva transizione verso sistemi economici di libero mercato nonché la realizzazione di un assetto<br />

stabile ed equilibrato, che costituisce un elemento strategico nel processo di stabilizzazione complessiva<br />

del continente europeo (Cocco, 2001; Cocco, Minardi, 2009).<br />

Anche nel caso dell’area adriatico-ionica, la macroregione si è dotata nel 2015 di un proprio piano<br />

d’azione e quindi essa è a tutti gli effetti operativa e per essa l’Unione ha approvato una sua specifica<br />

strategia (Cugusi, 2013; Gruppo ELITEAM, 2013; Mascarucci et al., 2013), che si focalizza su quattro<br />

pilastri: a) guidare la crescita marittima e marina (la cosiddetta “economia blu”); b) connettere la regione<br />

(con reti di trasporto ma anche per l’aspetto che riguarda le fonti energetiche); c) preservare,<br />

proteggere e migliorare la qualità ambientale; d) aumentare l’attrattività regionale. In quell’ampio<br />

“golfo” (un tempo il glorioso “Golfo di Venezia” che nei secoli di dominio della omonima Repubblica<br />

comprendeva tutti i territori dalla Dalmazia sino al canale d’Otranto) che è l’Adriatico, non è difficile<br />

comprendere come tutti questi obiettivi prioritari abbiano un forte legame con il mare, che è il mutuo<br />

interesse e la risorsa più importante che tutti gli Stati condividono. Con questo focus, il mare, per<br />

l’appunto, va interpretato l’obiettivo più generale della strategia, che si coglie da una lettura trasversale<br />

dei pilastri: promuovere il benessere economico e sociale della regione adriatico-ionica, attraverso la<br />

crescita e la creazione di posti di lavoro, migliorando la sua attrattività, competitività e connettività, ma<br />

con un’attenzione preminente, ossia quella di preservare, al contempo, l’ambiente e quella di garantire<br />

la sopravvivenza di ecosistemi marini e costieri sani ed in equilibrio da un punto di vista ecologico.<br />

Con la medesima ottica di lettura, vanno esplicate tutte le finalità che ciascun pilastro vorrebbe perseguire,<br />

ma anche in tal caso, tutti gli obiettivi appaiono convergenti sul mare, nello specifico sull’Adriatico,<br />

“cerniera verso l’area del sud-est euroasiatico” (Gruppo ELITEAM, 2013, p. 3).<br />

Particolarmente significativo, al riguardo, è proprio l’obiettivo che interessa il miglioramento della<br />

qualità ambientale, indiscutibilmente da leggersi innanzitutto come qualità ambientale dei territori marini<br />

e costieri: si tratta di una priorità indiscutibile per le tante criticità che pesano sulla qualità della vita nel<br />

Mediterraneo e, ancora di più, in un mare stretto quale è l’Adriatico (aree costiere fortemente antropizzate,<br />

alta densità di infrastrutturazione, inquinamenti causati dai corsi d’acqua, impoverimento degli<br />

stock ittici, erosione costiera ecc.), che può essere declinata in svariate azioni, tra le quali sembrano distinguersi<br />

forme innovative di gestione dei territori, nell’ottica delle reti e dell’integrazione delle pianificazioni<br />

marittime e costiere, quali reti ecologiche, Maritime Spatial Planning, Integrated Coastal Zone<br />

Management, solo per citare le più significative esperienze da implementare (Marino, 2011).<br />

3. IL RUOLO DELLA RETE ADRIAPAN. — La rete AdriaPAN è un’iniziativa promossa dalle due<br />

aree marine protette italiane di Miramare e Torre del Cerrano, rispettivamente in provincia di Trieste e<br />

di Teramo, con l’obiettivo di intensificare i rapporti di collaborazione tra le aree marine protette adriatiche,<br />

ponendole nella condizione di poter migliorare le singole attività gestionali e programmatorie, in<br />

materia di tutela ambientale e di sviluppo sostenibile, a seguito degli scambi di buone pratiche maggiormente<br />

possibili attraverso la crescente coesione reticolare (www.adriapan.org; Spoto, 2009).<br />

Dopo l’atto fondativo, che ha visto l’adesione di un primo gruppo di dieci aree marine protette<br />

(marine e costiere) attraverso la sottoscrizione della “Carta di Cerrano” (Cardinale, 2015), la rete<br />

AdriaPAN ha registrato un trend di crescita nel numero dei membri effettivi e attualmente annovera<br />

oltre 40 aree protette di tutti i Paesi e più di 30 organizzazioni associate, di carattere istituzionale e<br />

non, che intendono partecipare alle iniziative poste in essere dalla rete. La sua costituzione nel 2008,<br />

nel contesto integrato della rete delle Aree Protette del Mediterraneo (MedPAN), è apparsa necessaria<br />

a fronte della necessità di coordinamento delle numerose aree marine protette presenti all’interno del<br />

Mare Adriatico e lungo la costa adriatica, con l’obiettivo di rappresentare e promuovere le specificità<br />

ecologiche, culturali ed economiche dei rispettivi siti.<br />

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